Page 33 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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ministri di qualsiasi religione ebbero n dall’inizio il divieto, ancora in
vigore, d’indossare l’abito sacerdotale. Eppure la rivoluzione sessuale e
sociale delle mussulmane in Turchia resta la più duratura e violenta che
abbia scosso il mondo dell’Islam, ed è anche una presente minaccia per
tutti i paesi dell’Islam. Sono passati milletrecento anni da quando
Maometto parlò nel caldo deserto d’Arabia e, sebbene la stragrande
maggioranza dei suoi fedeli continuino ad osservarne le leggi come se il
tempo si fosse fermato, qualcosa succede tra le donne dell’Islam. Cominciò
a succedere dopo la Prima guerra mondiale in Turchia e continua a
succedere, dalla ne della Seconda guerra mondiale, negli altri paesi che
hanno scoperto il nazionalismo.
Disse il capitano Sabiha Gokcen quando tornai da lei con Lunik:
«Quando un paese diventa indipendente, diventa anche un po’ più
moderno. Quando diventa un po’ più moderno, finisce con l’emancipare le
sue donne. Ata Turk fu il primo a capirlo ma ora lo capiscono anche gli
altri. E se il 1700 resterà nella storia come il secolo della rivoluzione
francese, il 1800 come il secolo delle conquiste coloniali, il 1900 verrà
ricordato come il secolo della emancipazione femminile, soprattutto
nell’Islam. Nel 1920, una mia amica di Beirut che aveva osato camminare
per strada col velo trasparente, ebbe l’acido solforico in faccia. Oggi
un’altra mia amica di Beirut, Ibtinage Kaddourah, è capo della Pan Arab
Women Federation che raccoglie mezzo milione di iscritte. Alla American
University di Beirut e dal Beirut College for Women, le ragazze portano i
blue jeans, fanno lo sci d’acqua e ballano il rock and roll. In Tunisia la
poligamia era accettata come pratica no al 1947. Ora, chi si piglia una
seconda moglie va in carcere e il presidente Burghiba esorta le donne a
togliersi il velo. A Karachi, un gruppo di donne coraggiose prese a sassate
l’automobile del primo ministro Mohammed Alì quando lui sposò un’altra
moglie e il Pakistan ha due donne ambasciatrici: la Begum Liaquat Alì
Khan in Olanda e la principessa Abida Sultan in Brasile. Quanto al
Marocco, c’è Aisha. Avrà visto Aisha, no?»
L’avevo vista, tempo addietro, a Tangeri: una giovane donna, dai
capelli castano rossastri messi in piega da un parrucchiere francese, che,
spavaldamente vestita con una gonna e una camicetta, guidava un’auto
scoperta. Andava all’Entraide Nationale, e sul suo volto simpatico, color
ca elatte, c’era una lieve aria di s da. Le donne marocchine impazzivano
di entusiasmo al solo vederla, e alcune gettavano il barracano, altre le si
stringevano intorno rischiando di farsi travolgere: come avevo visto fare,
al Giro d’Italia, solo per Bartali e Coppi. Il giornalista francese che quel
giorno era con me, mi aveva spiegato che questo era niente in confronto
a quello che accadde qualche anno fa quando, nel patio della Casbah di