Page 297 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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raccomandato di esibire il fucile, visto che Begin non si era opposto al
fatto che si portassero via i fucili… Però è inutile che lei continui a usare
la parola partenza. Non è stata una partenza. Non è stata nemmeno una
ritirata, nemmeno una evacuazione. È stata una espulsione. I terroristi
dell’OLP avrebbero potuto parlare di evacuazione se noi avessimo
accettato ciò che pretendevano: ad esempio che lasciassimo Beirut. Invece
hanno dovuto piegarsi a ciò che esigevamo, inclusa la nostra presenza, e
la loro è una cacciata. Una espulsione.
[…]
Generale Sharon: «Why did you need this war?». Perché aveva bisogno di
questa guerra? Dov’era la minaccia impellente, il fatto nuovo che metteva in
pericolo la vostra esistenza? Non lo capisce nessuno.
Lei ragiona come Haig quando mi diceva: «Frenatevi, non rispondete
alle provocazioni». Oppure: «Dovrebbe trattarsi di una provocazione
precisa». Un giorno mi spazientii e chiesi a Haig quello che avevo già
chiesto a Habib: «Qual è la provocazione precisa quando si tratta degli
ebrei? Un ebreo assassinato nel campo o per strada è una provocazione
precisa, su ciente? Oppure ce ne vogliono due? O tre, o cinque, o dieci?
Se uno perde in un attentato le gambe, no, gli occhi, basta o no?». Da
anni siamo tormentati, ammazzati. Ciò, per me, è più che su ciente, è
più che preciso.
Generale Sharon, io ho parlato con diversi giovani qui in Israele, ragazzi che
venivano da Beirut, e una buona percentuale mi ha detto che questa è una
guerra, se non ingiusta, almeno ingiustificata.
Se parlasse con tutti, scoprirebbe che quasi tutti, invece, hanno
accettato questa guerra e la trovano più che giustificata.
Possibile: siete diventati così bellicosi. Sempre a parlare di guerra, sempre
pronti a fare la guerra, ad espandervi. Non siete più la nazione del grande
sogno, il paese per cui piangevamo. Siete cambiati, ecco. Uno di quei ragazzi
mi ha detto: «Stiamo diventando la Prussia del Medio Oriente».
Non è vero. Abbiamo tante cose da fare, oltre che combattere. Ad
esempio sviluppare la nostra educazione, la nostra cultura, la nostra
agricoltura, la nostra industria, la nostra scienza. Ad esempio assorbire gli
ebrei che arrivano continuamente da più di settanta paesi, fare una
nazione con loro. E non partecipiamo a nessuna corsa alle armi: stiamo
solo tentando di migliorare le nostre capacità di difesa per essere pronti a