Page 153 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
P. 153

davvero  quel  povero  popolo  tartassato  da  amici  e  nemici,  bersaglio  di
          ogni prepotenza, di ogni avidità. E nella gabbia in cui è chiuso non ci è

          caduto certo per debolezza ma per errore dovuto alla sua inesperienza e,
          diciamolo  pure,  alla  sua   ducia  ingenua.  Non  si  improvvisa  un  capo  di
          Stato  a  diciassette  anni,  specialmente  quando  egli  deve  sedersi  su  un
          trono di spine per a rontare avvenimenti più grandi di lui. Per cavarsela
          in  una  situazione  storica  come  quella  capitata  ad  Hussein  ci  sarebbe

          voluto un genio o un imbroglione, non un boy-scout che sognava di far
          l’avvocato. Ed è questo che lo rende il personaggio più tragico ch’io abbia
          avvicinato   noggi.  Il  personaggio  più  tragico  nel  paese  più  tragico.

          Perché chi ha sofferto e soffre di più in questa guerra? La Giordania.
             Chi ha pagato e paga di più? La Giordania. L’Egitto ci ha rimesso un
          deserto,  la  Siria  ci  ha  rimesso  un  po’  di  alture,  l’Iraq  e  l’Arabia  Saudita
          non  ci  hanno  rimesso  nulla:  la  Giordania  ci  ha  rimesso  l’unico  terreno
          fertile che possedesse, quella vallata dove cresce la frutta più bella, il vino

          più forte, l’olio più  ne. Tutti i prodotti agricoli della Giordania venivano
          dalla  West  Bank  che  oggi  è  occupata  da  Israele:  se  la  Giordania  vuole
          mangiare,  deve  importarli  da  Israele.  Il  ponte  Allenby  resta  aperto  per

          questo,  dalle  otto  del  mattino  all’una  del  pomeriggio:  per  far  passare  i
          camion  con  le  arance,  i  pomodori,  la  verdura,  il  vino,  l’olio  che,
          paradossalmente,  gli  israeliani  vendono  ai  loro  nemici  onde  non
          immettere sul proprio mercato una merce che farebbe abbassare i prezzi.
             E poi la Giordania ci ha rimesso Gerusalemme, il Mar Morto, le località

          turistiche  dove  gli  stranieri  venivano  in  vacanza.  Ci  ha  rimesso  tutto:
          guadagnando in compenso la presenza ostile dei  dayn e le rappresaglie
          di  Tel  Aviv.  I  bombardamenti  in  Egitto  son  niente  in  confronto  ai

          bombardamenti in Giordania: la vittima su cui gli israeliani in eriscono
          meno generosamente è Hussein, cioè il solo che non li abbia mai insultati
          che  non  abbia  mai  minacciato  di  buttarli  a  mare,  che  dichiari  senza
          riserve  il  loro  diritto  ad  esistere.  L’ultima  volta  che  i  Mirage
          bombardarono  il  piccolo  aeroporto  di  Amman,  alcune  bombe  caddero

          anche sul palazzo reale. Non si sa con quale criterio.
             Forse erano avanzate a un pilota malvagio e costui, per divertirsi, s’era
          detto:  buttiamole  in  capo  ad  Hussein.  Così  eccoci  giunti  al  punto  di

          tentare  qualche  conclusione  su  questo  viaggio  che  ho  già  de nito  un
          dramma della nostra coscienza.
             Con  tutto  il  suo  liberalismo,  il  suo  coraggio,  la  sua  volontà  di  pace,
          Hussein non è davvero l’uomo che possa risolvere il con itto nel Medio
          Oriente.  È  anzi  l’uomo  che  lo  approfondisce   no  allo  spasimo.  Perché?

          Perché,  se  i   dayn  riescono  nel  loro  intento  di  provocare  un  altro
          Vietnam, lo si deve al fatto che Hussein abbia loro permesso di stabilire le
   148   149   150   151   152   153   154   155   156   157   158