Page 155 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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Quell’intelligentissimo inglese che conosce l’Arabia meglio
dell’Inghilterra, Glubb Pascià, dice a questo proposito: gli arabi non sono
una razza singola ma un gruppo culturale di razze completamente diverse
fra loro. Ciò non è un’opinione politica ma un fatto scienti co che gli
antropologi possono dimostrare con esami del sangue, del cranio, degli
occhi, dei capelli, eccetera. Il mondo arabo può essere paragonato al
mondo latino-americano il quale forma un gruppo linguistico e culturale
abbastanza coerente ma è composto da molti Stati sovrani e indipendenti.
Cuba non è il Nicaragua, e neanche il Brasile e neanche l’Uruguay. Il
rapporto tra l’Egitto e la Palestina è tuttavia più lontano del rapporto fra
Cuba e il Nicaragua: può essere addirittura paragonato al rapporto tra la
Germania e l’Inghilterra, o l’Olanda e l’Inghilterra. Da un punto di vista
razziale, i tedeschi e gli inglesi, o gli olandesi e gli inglesi, si assomigliano
quanto gli egiziani e i palestinesi. Si risponderà: ma gli egiziani e i
palestinesi parlano entrambi arabo, no? Lo parlano ma con di erenze
enormi. Le loro a nità linguistiche non stanno a signi care alcun
rapporto razziale: derivano da conquiste militari e basta.
Torniamo quindi a ciò che i palestinesi hanno in comune con gli ebrei:
il fatto d’essere sparsi per il mondo, sradicati da una patria che non ha
più una dimensione geogra ca, una bandiera, una struttura economica e
sociale, l’embrione di uno Stato.
Furono tutti cacciati col terrore e con la violenza? Tutti no. Sia pure in
percentuale assai bassa, c’è chi dice il tre per cento e chi dice il sei, alcuni
se ne andarono spontaneamente: dopo aver venduto la loro terra agli
ebrei. Altri, anziché chiudersi nei campi dei profughi ed armarsi per
tornare un giorno a casa, si stabilirono in paesi dove piantarono nuove
radici e di cui presero la cittadinanza. Il paese che, per interesse o
generosità, li accolse a centinaia di migliaia e gli concesse subito la
cittadinanza fu proprio la Giordania. E se dobbiamo parlare di moralità
dobbiamo anche riconoscere che non è morale prendere la cittadinanza di
un paese, giurare fedeltà a un paese, usare un paese e poi rivoltarglisi
contro dicendo: «Ma io non sono giordano, sono palestinese». Deciditi: o
vuoi esser giordano, o vuoi essere palestinese. Ammenoché tu non sia
diventato giordano con l’idea di portar via la Giordania ai giordani,
insomma per fare alla Giordania ciò che gli ebrei hanno fatto alla
Palestina.
Era questo il programma dei palestinesi che divennero cittadini
giordani? A quanto pare sì, visto che ora rivendicano anche la
Cisgiordania. Ma la Cisgiordania e basta?
Quando chiedevo ad Hussein «cosa resterà della Giordania, maestà»,
egli sapeva benissimo che alludevo al rischio di vedere l’intera Giordania