Page 148 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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nessuno.
             Gerusalemme è sacra per i mussulmani quanto per i cristiani quanto per

          gli  ebrei:  su  questo  noi  arabi  siamo  tutti  d’accordo.  Il  problema
          immediato,  quindi,  è  che  anche  gli  israeliani  se  ne  rendano  conto  e
          riconoscano  i  nostri  diritti  sulla  parte  araba  di  Gerusalemme.  E  non
          pretendano  di  annetterla  a  Israele.  Lei  sottolinea  i  futuri  contrasti  nel
          mondo arabo e dimentica che sono gli israeliani a volerci schiacciare col

          loro espansionismo.

             Maestà, quei contrasti non appartengono al futuro: appartengono al presente.

             L’unità araba non esiste: s’è visto a Rabat.

             La conferenza di Rabat non fu utile ma io ho sempre saputo che l’unità
          araba non si raggiunge a tavolino, riunendo in una sala i capi dei vari
          Stati arabi. Essa si raggiunge solo attraverso contatti separati fra Stato e

          Stato:  lentamente,  pazientemente.  Noi  e  la  Siria,  noi  e  l’Egitto…  Sono
          stato più volte in Egitto, e altre volte ci tornerò perché ogni incontro è più
          fruttuoso  di  quanto  si  creda.  Gli  angoli  si  smussano,  i  particolari  si

          chiariscono…

             Maestà, è sempre lei che va da Nasser. Non è mai Nasser che viene da lei. È
          lecito dedurne conclusioni?


             Viaggia  chi  ha  meno  paura  di  viaggiare:  ad  alcuni  l’aereo  dà  noia
          perché tengono troppo alla vita. Diciamo così: a me l’aereo non dà noia,
          io non ho paura di viaggiare per cercare amici.


             Neanche  quando  gli  amici  tentano  di  farla  precipitare  come  accadde  con
          quei Mig siriani? Mi sbaglio, maestà, o sono sempre i suoi amici arabi come
          Nasser che vogliono ammazzarla?


             Tentò un sorriso che  nì in una smor a e non rispose nulla. Non c’era
          nulla da rispondere e io lo stavo tormentando inutilmente. Come chiedere
          a  un  uomo  che  ha  le  mani  e  i  piedi  legati:  «Dove  vai  stasera?  Ci  vai

          camminando o guidando?».
             Un’intervista politica con Hussein è impresa priva di senso: serve solo a
          capire che egli è una persona perbene, piena di nobili sogni, e del tutto
          allergica  alla  realtà.  Un  boy-scout  che  sinceramente  si  illude  di  aiutare
          una  vecchia  paralitica  ad  attraversare  la  pista  del  circuito  di  Monza

          durante  una  corsa.  Scoraggiata,  lasciai  perdere  dunque  le  domande
          politiche e passai a quelle, ben più a ascinanti, sulla sua vita appesa a un
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