Page 119 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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obiettivo  militare  più  che  legittimo:  non  solo  perché  appartengono  al
          nemico, non solo perché più di ogni altro mezzo legano l’isola Israele con

          le altre sponde, ma perché provvedono anche al trasporto di munizioni e
          di truppe. E sono guidati da u ciali di riserva dell’aviazione israeliana.
          In  guerra  è  lecito  colpire  il  nemico  ovunque  egli  sia,  e  tale  regola  ci
          conduce anche negli aeroporti dove gli apparecchi della El Al atterrano o
          decollano. Vale a dire in Europa.


             Dottor Habash, lei dimentica che su quegli aerei vi sono passeggeri che non
          sono  israeliani  ma  cittadini  di  paesi  neutrali.  E  dimentica  anche  che  quegli

          aeroporti non appartengono agli israeliani ma a paesi neutrali. Rispettare i paesi
          neutrali è un’altra legge di guerra.

             A  parte  il  fatto  che  questi  aeroporti  si  trovano  sempre  in  paesi
           losionisti,  io  le  ripeto  che  abbiamo  il  diritto  di  combattere  il  nostro

          nemico  ovunque  egli  sia.  Quanto  ai  passeggeri  non  israeliani,  essi  si
          recano in Israele. Poiché non abbiamo alcuna giurisdizione sul paese che
          ci  è  stato  rubato  e  che  viene  chiamato  Israele,  è  giusto  che  chiunque  si

          rechi in Israele debba avere il nostro permesso. Del resto paesi come la
          Germania,  l’Italia,  la  Francia,  la  Svizzera  contano  numerosi  ebrei  tra  i
          loro cittadini e a questi ebrei essi consentono di servirsi del loro territorio
          per combattere gli arabi. Se l’Italia, ad esempio, è una base per colpire gli
          arabi, gli arabi hanno tutto il diritto di usare l’Italia come base per colpire

          gli ebrei.

             No, dottor Habash. L’Italia non serve da base agli ebrei per colpire gli arabi.

          E  neanche  la  Germania,  la  Francia,  la  Svizzera.  Siete  voi  che  seminate  nei
          nostri paesi il terrore e la morte. E infatti non attaccate soltanto gli aerei della
          El Al. Ma dove volete arrivare? A far la guerra a tre quarti del pianeta?

             No, non vogliamo fare la guerra a tre quarti del pianeta. Ma bisogna

          esser  scienti ci  e  riconoscere  che  la  nostra  rivoluzione  è  un  momento
          della  rivoluzione  mondiale:  essa  non  si  limita  alla  riconquista  della
          Palestina.  Bisogna  essere  onesti  e  ammettere  che  ciò  a  cui  vogliamo

          arrivare  è  una  guerra  come  quella  del  Vietnam.  Vogliamo  un  altro
          Vietnam e non solo nell’area della Palestina ma di tutti i paesi arabi. I
          palestinesi  fanno  parte  della  nazione  araba,  è  necessario  che  l’intera
          nazione  araba  entri  in  guerra:  cosa  che  del  resto  accadrà,  le  do  tre  o
          quattro anni di tempo. Allora, e anche prima, le forze rivoluzionarie della

          Giordania, della Siria, del Libano si solleveranno al nostro  anco in una
          guerra totale. Siamo appena all’inizio dell’inizio della nostra lotta: il bello
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