Page 123 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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barricata.  Però  noi  e  Al  Fatah  abbiamo  idee  troppo  diverse  in  troppi
          campi.  Noi,  ad  esempio,  non  accetteremmo  mai  il  denaro  che  essi

          accettano  dalle  forze  reazionarie,  non  toccheremmo  mai  il  denaro  che
          puzza  di  petrolio  americano.  Facendole  la  lista  dei  nostri  nemici  ho
          dimenticato  infatti  di  elencare  i  regimi  nazionali  arabi.  Quelli  di  cui  Al
          Fatah non tiene conto e con cui Al Fatah collabora. E a torto, perché se le
          raccontassi la storia degli ultimi cinquantadue anni della Palestina io le

          dimostrerei  che  gli  ostacoli  più  grossi  ci  sono  sempre  venuti  dalle  forze
          reazionarie  arabe.  Per  cominciare,  dall’Arabia  Saudita  dove  la  maggior
          parte  dei  pozzi  petroliferi  sono  in  mano  degli  americani.  Poi  il  Libano,

          dove c’è quel marcio regime. Poi la Giordania, dove c’è quel re pronto a
          riconoscere  Israele.  E  la  lista  potrebbe  allungarsi.  Conclusione:  accettar
          soldi da loro signi cherebbe rinunciare alla nostra moralità, disonorarci. I
          soldi  li  raccattiamo  quindi  fra  noi  e,  se  la  mancanza  di  soldi  diventerà
          questione di vita o di morte, li prenderemo da chi ce li ha. Li prenderemo,

          non  li  accetteremo.  Tantomeno  li  chiederemo.  Chi  entra  nel  Fronte
          Popolare  sa  che  il  Fronte  Popolare  non  scherza.  Del  resto  la  forza
          rivoluzionaria  della  Palestina  non  è  data  da  Al  Fatah,  è  data  da  noi.

          Siamo noi che mobilizziamo le masse proletarie, il vero popolo insomma.

             Dottor Habash, allora com’è che la stragrande maggioranza dei proletari sta
          con Al Fatah e tra voi vedo soprattutto intellettuali e borghesi?


             È  vero,  non  siamo  forti.  O  non  ancora.  Ma  ciò  non  ci  dà  alcun
          complesso  di  inferiorità  perché  non  basta  avere  molti  proletari  in  un
          partito  per  essere  considerati  un  partito  proletario.  Basti  pensare  che  i

          proletari  in  Europa  sono  sempre  stati  dalla  parte  dei  borghesi:  ciò  che
          conta  è  l’ideologia  proletaria,  il  programma  proletario.  Avere  molti
           dayn  attirandoli  magari  col  denaro,  non  signi ca  nulla:  cento   dayn
          con chiare idee rivoluzionarie combattono meglio di mille  dayn reclutati
          con  un  buon  salario.  E,  anche  se  avessimo  i  soldi  di  Al  Fatah,  noi  non

          accetteremmo  troppa  gente:  continueremmo  a  pensare  che  la  forza  dei
           dayn non si basa sul numero ma sulla qualità. Specie dovendo ricorrere
          alla strategia del sabotaggio, come lo chiama lei.


             Dottor Habash, ma cosa c’è di eroico nel dar fuoco a un ospizio di vecchi, nel
          distruggere le riserve di ossigeno di un ospedale, nel far precipitare un aereo o
          nel distruggere un supermarket?


             È guerriglia, un certo tipo di guerriglia. E cos’è la guerriglia se non la
          scelta  di  un  obiettivo  che  o ra  successo  al  cento  per  cento?  Cos’è  la
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