Page 122 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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cinese,  l’esempio  vietnamita.  Non  c’è  proprio  altra  via:  ci  abbiamo
          meditato molto, e scienti camente. Israele è un fenomeno colonialista, il

          colonialismo  è  un  fenomeno  imperialista,  l’imperialismo  è  un  fenomeno
          capitalista: quindi i soli paesi che consideriamo amici, e ai quali non ci
          sogniamo di dirottare gli aerei, sono i paesi socialisti. Il paese più amico
          di tutti, comunque, è la Cina. Il suo atteggiamento verso i palestinesi è
          molto chiaro, molto amichevole, e le sue idee sono precise: la Cina vuole

          che  Israele  venga  spazzato  via  perché   nché  Israele  esisterà  vi  sarà  in
          Arabia una base aggressiva dell’imperialismo.


             E l’Unione Sovietica?

             In seconda istanza, anche l’Unione Sovietica è nostra amica. Ovvio. È
          lei che fornisce armi ai regimi arabi, o diciamo ai regimi che governano
          attualmente  l’Arabia.  E,  forse,  non  è  giusto  neanche  dire  «in  seconda

          istanza» perché siamo molto amici anche dell’Unione Sovietica. Guardi, la
          nostra posizione è quella dei vietnamiti: siamo amici di chi ci è amico. La
          Cina  ci  sostiene,  ci  aiuta,  quindi  siamo  con  lei.  L’Unione  Sovietica  ci

          sostiene,  ci  aiuta,  quindi  siamo  con  lei.  Noi  non  guardiamo  ai  sovietici
          come i cinesi vorrebbero che guardassimo ai sovietici, e non guardiamo ai
          cinesi come i sovietici vorrebbero che noi guardassimo ai cinesi. Certo non
          ci  piace  quando  l’Unione  Sovietica  o re  programmi  di  pace,  o
          trabocchetti  quali  la  risoluzione  del  Consiglio  di  Sicurezza  dell’ONU,

          perché  la  pace  noi  non  la  vogliamo,  ai  compromessi  paci ci  non
          cederemo mai. E la Cina è d’accordo su questo punto.


             In cosa si materializza l’aiuto della Cina? Vi mandate anche voi, ad esempio,
          i vostri istruttori?

             No,  mai.  Del  resto  non  li  mandiamo  neanche  nel  Nord  Vietnam,
          neanche in Algeria. Noi del Fronte ci istruiamo da soli: abbiamo i nostri

          campi e i nostri corsi dove non impariamo soltanto a sparare. Impariamo
          ad esempio l’ebraico. Il nostro modo di allenarci è diverso da quello di Al
          Fatah.


             Infatti  i  vostri  rapporti  con  Al  Fatah  non  sono  buoni.  Che  ne  pensa  lei  di
          Yassir Arafat?

             Le dico una cosa che la sorprenderà: siamo abbastanza amici. Cadiamo

          in  discussioni  accese,  quando  c’incontriamo,  ma  nell’insieme  andiamo
          d’accordo.  Non  potrebbe  essere  altrimenti,  combattiamo  dietro  la  stessa
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