Page 116 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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nel cuore e nella mente del dottor Habash la clinica pediatrica di Amman.
George Habash gli dette vita dopo la scissione del Movimento nazionale
arabo, cui apparteneva, e lo plasmò con gran chiarezza di mente nonché
dispregio pei compromessi. Sul piano tattico egli scelse la strategia del
terrore, sul piano ideologico egli abbracciò la teoria comunista-maoista.
Tutto il contrario, insomma, di Al Fatah: non a caso, i rapporti fra di
loro son pessimi.
Gon di reciproche accuse, di ostilità appena represse. Al Fatah accusa
il Fronte di inimicare ai palestinesi l’opinione pubblica internazionale; il
Fronte risponde ad Al Fatah di campare sui miliardi del petrolio saudita e
americano. Sia l’uno che l’altro dicono la verità: è inutile infatti che una
compagnia di dayn coraggiosi seduca tre o quattro reporter con una
bella battaglia se poi il Fronte fa precipitare un aereo con quarantasette
innocenti a bordo, e il mondo intero vi reagisce con sdegno. Però è anche
assurdo che Al Fatah chiacchieri di rivoluzione se poi chiede il denaro agli
stessi che dice di voler annientare: cioè le compagnie petrolifere in mano
degli americani. Forse è giusto pensare che il ne giusti ca i mezzi, ma è
ancor più giusto pensare che la moralità è indispensabile per fare gli
idealisti.
Da un punto di vista nanziario, la moralità del Fronte è cristallo puro:
il Fronte non ha un soldo. Ogniqualvolta compra un fucile dai beduini che
se lo fanno pagare anche trecento dollari, dunque centottantamila lire, le
sue tasche si vuotano. E molti fucili infatti sono, come dire, sequestrati.
Catturati. O ricevuti in dono da qualche paese comunista. Chi spara una
pallottola senza una ragione logica viene punito. Magari ripetendo mille
volte: «Una pallottola costa settanta lire, una pallottola costa settanta
lire, una pallottola costa settanta lire…». I dayn del Fronte non hanno
salario come quelli di Al Fatah: al massimo viene loro o erto l’aiuto di
cinque dollari al mese, circa tremila lire, e il trasporto per recarsi a visitar
la famiglia ogni trenta giorni. Nelle poche basi militari che hanno,
l’attrezzatura è insu ciente e si tira la cinghia: il piatto quotidiano è
composto di fave bollite o fagioli, la carne si mangia una volta la
settimana quando va bene. Le ore non impegnate negli addestramenti
vengon riempite rigorosamente dai corsi di indottrinazione politica: lo
studio dei testi marxisti e leninisti, la lettura dei pensieri di Mao Tse-tung,
dei saggi rivoluzionari fino a Debray.
Le pallottole non si sprecano ma i libretti rossi sì. Li regala la Cina, ed è
tutto. Il Fronte è così povero da non possedere neanche una vera sede e
un numero di telefono. Se vuoi prender contatto devi a darti al caso o
mettere in giro la voce che sei all’hotel Tal dei Tali e vuoi vedere
qualcuno, poi aspettare che qualcuno ti chiami. Il qualcuno è di solito un