Page 51 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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«Scusa, tocca a me» protesta lo zittito «Io non ti ho interrotto,
dunque lasciami rispondere». Ma l'altro continua inesorabile a
latrare. Senza che il conduttore glielo impedisca, visto che il
novanta per cento dei conduttori televisivi giocano la partita
nella squadra con le mutande e le magliette rosse. Tutti. Inclusi
quelli delle reti che appartengono a Berlusconi. Una sera vidi un
dibattito cui partecipavano Rutelli e Tremonti. Bè, fino a un
paio di anni fa credevo che Rutelli fosse più liberale dei suoi
compagnons de route. Quando uscì La Rabbia e l'Orgoglio
dichiarò al New York Times che avevo speso una vita
nell'impegno civile e bisognava ascoltarmi anche quando non
s'era d'accordo con me. Ma è proprio vero che chi pratica lo
zoppo impara a zoppicare. Più che un intervento, quella sera
aveva fatto un comizio senza fine. Alla Fidel Castro. Ergo, noi
spettatori eravamo curiosi di udire ciò che Tremonti gli avrebbe
risposto. Ma, quando giunse il suo turno, Rutelli lo interruppe
nel modo consueto. «Ti prego, tocca a me. Tocca a me»
pigolava l'educatissimo Tremonti. Bè, invano.
Dopo avergli lasciato pronunciare qualche parola, l'uomo che
col New York Times aveva difeso il mio diritto all'eresia gli
sovrappose di nuovo la propria voce. Sempre senza che il
conduttore si opponesse. E la vocina dell'avversario si spense
dentro un altro comizio alla Fidel Castro che durò fino alla fine
della trasmissione, non sapemmo mai che cosa voleva
rispondere.
Succede in tutte le campagne elettorali, purtroppo. E non solo
in Italia.
Succede soprattutto in Italia. Nell'Italia che partorì la Settimana
Rossa e si consegnò a Mussolini già membro del partito
socialista e direttore dell'Avanti! L'Italia che inventò le Camicie
Nere e le bastonate agli avversari, le purghe con l'olio di ricino.
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