Page 48 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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1938 facevano le reverenze a Hitler. «Mein Fuhrer, mein
                Fuhrer». Ma poi non lo tappai, questo povero naso. Non mi

                riuscì. Non mi riesce. A quanto pare, hanno ragione quelli che
                mi accusano d'essere manichea.



                E ad entrare in politica, far politica direttamente non per

                delega, ci ha mai pensato?


                Sì, una volta sì. Sono un animale politico. Vengo da una

                famiglia ossessionata dalla politica, vedo tutto in chiave
                politica, e la politica la frequento da quand'ero bambina. Mi

                appassiona da quando ero adolescente. Così trent'anni fa Pietro

                Nenni voleva che diventassi senatore e insisteva perché mi
                presentassi come candidata indipendente nella lista del Psi.
                «Fammi contento! Ti garantisco l'elezione!». Bè, per un po'

                tentennai. Poi rifiutai.



                «Mi dispiace, Nenni. Non posso, non posso». A parte il fatto
                che il Psi lo dirigeva Craxi, tra me e Craxi non è mai corso buon

                sangue, me lo impedì il manicheismo che mi impedisce di
                votare per un simbolo nel quale non mi riconosco. E la

                tentazione non rinacque mai più. Vede, per me la parola politica
                non è una parolaccia. E una parola santa. Un nobile impegno, un

                dovere. Non uno strumento per far carriera, per assicurarsi

                privilegi immeritati, per compiacere la propria vanità o brama di
                dominio. E dacché mondo è mondo la politica appartiene quasi
                sempre a chi non la pensa come me. «In politica» mi disse un

                giorno l'allora presidente polacco Mieczyslaw Rakowski «anche

                un angelo diventa una sgualdrina». Bè, non credo che in
                Parlamento sarei diventata una sgualdrina. Ma i tipi per cui la

                politica è uno strumento per far carriera, assicurarsi privilegi
                immeritati, compiacere la propria vanità o brama di dominio,

                son troppi. Mi avrebbero sopraffatto e non sarei servita a nulla.
                Scrivendo, invece, servo a qualcosa. Vi sono tanti modi per fare




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