Page 43 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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a suo figlio era stato un oltraggio ad Allah, e dopo aver preteso
le scuse la diffidò dal lasciar portare quell'immondo cibo a
scuola. Cosa per cui Virgilio mi rammenta che negli asili non si
erige più il Presepe, che nelle aule si toglie dal muro il
crocifisso, che nelle mense studentesche s'è abolito il maiale.
Poi si pone il fatale interrogativo: «Ma chi deve integrarsi, noi o
loro?».
A quanto pare, noi. Ne convengo. Ed ora mi dica se c'è nessuno,
tra i suoi lettori, che le rivolge invece un rimprovero.
C'è. L'intelligente medico di Roma, ad esempio, che in questo
fax mi scrive: «Ho appena finito di leggere La Forza della
Ragione, libro che ho letteralmente divorato nei ritagli di tempo
concessimi dal mio lavoro e che razionalizza le nozioni, le
sensazioni, i timori, le incertezze da cui in maniera confusa e
disarticolata ero turbato. Ora tutto è più chiaro. Però nella mia
mente si affollano domande.
Prima domanda: cosa posso fare, io? Pagina dopo pagina ho
cercato la Sua risposta. E non l'ho trovata. Dunque dico: se tutti
noi chiusi nel quotidiano prestiamo poca attenzione a ciò che sta
avvenendo, se releghiamo la Sua analisi a una mera
speculazione filosofica e dopo averla letta riabbassiamo la testa,
come possiamo far sopravvivere la nostra cultura? In
democrazia un cittadino sceglie di venir rappresentato da altri
individui, ma alla luce della Sua analisi (analisi che condivido)
non sappiamo a chi affidare la nostra delega per un giusto
impegno a favore dell'Occidente. Che fare, dunque? Astenerci
dal voto? Candidarci in prima persona e rinunciando al nostro
mestiere? Spero che mi risponda». Bè, vorrei. Ma non posso. E
il vero motivo non è neppure il fatto che di lettere ne ricevo
troppe. Vengono da ogni parte del mondo, in diverse lingue, e
se rispondessi a tutte passerei il tempo a far soltanto quello.
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