Page 38 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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Soltanto leggendola ho aperto gli occhi su quell'ambiente che
mi fa rabbrividire. Però credo che i nostri principii occidentali,
in sostanza i principii dei Dieci Comandamenti, siano giusti. E
mi chiedo: dobbiamo aspettare di venir fagocitati dal Mostro
senza far niente? Non è forse vero che c'è un mostro peggiore
del Mostro ed è il mostro che si lascia fagocitare senza far
niente?». Ora ascolti quest'altra. Viene da un camionista
bolognese di trentaquattr'anni, sposato con due bambini. «Cara
signora, ho appena finito di leggere La Forza della Ragione:
l'unico libro che abbia regalato ai miei cari. Ed è da quando lessi
La Rabbia e l'Orgoglio che vorrei scriverle. L'emozione che
esso mi provocò fu pari a quella che avevo provato leggendo
Furore di Steinbeck. Così d'impulso mi alzo dalla poltrona,
cerco la carta, mi butto sulla penna, e parto dall'Undici
Settembre: ovvio. Nel farlo sento ancora il dolore che mi bruciò
a vedere quei palestinesi che esultavano mentre New York era
ancora dentro il polverone. E come non rivedere i tristissimi
personaggi italiani che le saltarono addosso? Dallo squallido
cantante no-global ai Politically Correct. Dagli intellettuali di
sinistra ai clericali. Quanta gente le ha dato contro, Oriana!
Non se la prenda. Lo hanno fatto, lo fanno, perché devono
criticarla. Devono dire che la Fallaci ha torto. Ma nel segreto del
loro cuore la pensano come Lei. Il popolo le vuoi bene, molto
bene, e vorrei conoscerla. Vorrei bussare alla Sua porta con mia
moglie, portarle tanti fiori e tanti tortellini».
Nessuna che la insulta?
A tutt'oggi, soltanto queste due. Come vede, non hanno il
mittente sulla busta perché nel novantanove per cento dei casi
quelli che m'insultano non ce lo mettono. Non mettono
nemmeno la firma.
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