Page 46 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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assurde avventure, i suoi assurdi progetti: la Russia, la Cina
Rossa, il Giappone. Ma v'era sempre un momento in cui la
dannata tristezza gli ricalava sugli occhi, zittiva, e a quel
momento non c'era altro da fare che andarsene e lasciarlo solo
con Margit. Poi io lasciai Buenos Aires, andai a Rio de Janeiro e
di qui in Italia, raccomandando di scrivermi se decideva
davvero di andarsene in Russia: avrei cercato di trovarmi a
Mosca con lui. Invece lo incontrai un mese dopo a Parigi, al bar
dell" Hotel Raphaèl. Non andava più a Mosca, aveva saputo che
lo conoscevano bene anche là, e non si preparavano a grandi
accoglienze. Andava in un altro posto: studiando la carta
geografica aveva scoperto un puntino dove non era mai stato e
di sicuro non sapevano nulla di lui. Un'isola dell'arcipelago
Marshall, nell'Oceano Pacifico, abitata da cacciatori di teste
sensibili però al pianoforte. Da allora non ne ho saputo più
nulla.
ORIANA FALLACI: Sono commossa, don Jaime, lo giuro. È
da quando ha abbandonato l'Europa, ormai un anno, don Jaime,
che son preoccupata per lei e mi dico mio Dio, in che parte del
mondo sarà, quali guai starà combinando, sarà morto, me lo
avranno messo in prigione, avrà messo la testa a posto, che
orrore, lavorerà in un ufficio, che orrore, sarà entrato in
convento per compiacere l'ambasciata del Belgio. E invece
eccolo qua, sano e salvo, con la reputazione più disastrosa di
sempre, la voglia di lavorare più vacillante di sempre, la faccia
tosta più tosta di sempre, ho qui una lista di scandaletti
nuovissimi: che sollievo, che gioia. Don Jaime?!
Ma cos'è quella faccia da funerale? Don Jaime!
DON JAIME DE MORA Y ARAGÓN: Querida, mi sono
sposato. Complimenti, conte.
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