Page 42 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
P. 42
Buenos Aires: la delusione e l'ansia di cui si imbruttirono. Ogni
mio incontro, ogni mia conoscenza, iniziava o si concludeva
con la stessa domanda: «Lei non sa dove posso trovare
Fabiolo?». In capo a sette giorni m'ero fatta la fama di «Quella
che cerca Fabiolo», la notizia era arrivata ai giornali. Prima su
una colonna, poi su due, poi su tre, poi su otto. Sulle otto
colonne del Corriere degli Italiani si allungava con la mia
fotografia questo titolo: «Oriana Fallaci a Buenos Aires in cerca
del suo Fabiolo». E gli amici cominciavano garbatamente a
evitarmi, l'ambasciatore a rimproverarmi. Suvvia, ero una
ragazza seria, facevo un mestiere decente: perché rovinarmi
inseguendo Fabiolo come un'amante tradita? Non sapevo quel
che aveva combinato laggiù?
Ecco: diciamo che nemmeno in questa parte del mondo s'era
comportato da re. L'esibizione al Luna Park era niente se
paragonata alle altre prodezze. Per esempio, i fumetti. S'era dato
ai fumetti e quello più innocuo si intitolava Un amore per il
signor conte, Fabiolo lo interpretava col suo vero nome: don
Jaime de Mora. Il personaggio portava il suo vero nome: don
Jaime de Mora. Questo, guardassi, era lui: vestito da cuoco, con
un mestolo in mano, che si inchinava alla sua bella e chiedeva
«Quanto olio ci vuole per la maionese?». Per esempio, le risse.
Si abbandonava con frequenza ossessionante alle risse e
qualsiasi pretesto era buono perché menasse pugni o sfoderasse
il coltello: salvo poi andare a bere col medesimo che aveva
picchiato. Per esempio... Ma io non li ascoltavo. Gli amici
restano amici nel bene e nel male: e se Jaime combinava al
solito più male che bene questa era una ragione di più per
cercarlo, dirgli «Jaime, son qui!». Tale tenacia fu ricompensata:
scaduti quindici giorni venni a sapere che don Jaime era all"
Hotel Guarany di Asunción, Paraguay. Telefonai allora all"
Hotel Guarany di Asunción, Paraguay. Un portiere dolente
rispose che le valige del signor conte erano lì: ma non il signor
42