Page 327 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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delusa.  Visti  da  vicino  gli  scrittori  fanno  spesso  il  medesimo
                effetto degli attori: deludono. Sono spesso vanitosi, incapaci di

                umiltà, e meno intelligenti di quanto siano o appaiano quando
                scrivono libri.



                Non è il suo caso e lo sentii appena venne ad aprire, la porta

                socchiusa  inquadrò  il  volto  teso,  esitante:  il  volto  di  tutti  gli
                ebrei che conobbero il terrore di una scampanellata, l'incertezza

                che annunciasse un amico che veniva a aiutarti o un tedesco che
                veniva a arrestarti. In quel volto, un sorriso che era piuttosto una

                smorfia: la smorfia di tutti coloro che per anni non seppero dove
                nascondersi  ed  a  un  certo  punto  non  si  nascondevano  più,

                rassegnati salivan sui camion, rassegnati si lasciavano piombare
                nei  treni,  rassegnati  si  lasciavan  rubare  vestiti  oro  e  capelli,

                rassegnati si lasciavan condurre nei forni.



                Poi,  non  ero  dunque  un  tedesco,  la  porta  si  spalancò  e  la
                inquadrò per intero: una donna non bella e non elegante, vestita

                di un golfino bluette e di una gonna bluette, l'aria un po'"goffa
                di certe zie cui si ha sempre un favore da chiedere e di cui non

                si conosce l'età. Quaranta? Cinquanta? I suoi capelli son neri,
                con qualche filo di grigio ma raro. Il suo corpo è sodo, diritto.



                Le sue gambe son solide, da camminatrice. Di rughe ne ha ma

                più che rughe son pieghe che probabilmente esistevano anche
                quando era giovane. Colpisce, nella sua perpetua tristezza e nel
                suo  non  dimenticato  timore,  l'aspetto  sano:  robusto.  È

                certamente  una  donna  che  dorme  bene,  digerisce  bene,  porta

                valige  pesanti  senza  ansimare,  non  è  mai  stata  ammalata,  ha
                sempre partorito con facilità e per questo è sopravvissuta agli

                stenti e ai dolori.


                La timidezza diminuì mentre mi conduceva nel salone arredato

                con  mobili  inglesi  e  pieno  di  libri,  sul  caminetto  un'antica




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