Page 302 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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vorrei sapere qual è la donna che sopporta stoicamente le corna;
malgrado questo, però, v'è sempre stata in lui una così profonda
onestà, una così profonda umanità, una così profonda eleganza.
Oriana mia: io dico le parolacce ma odio talmente la volgarità.
Senza considerare, poi, che le parolacce sono un privilegio di
pochi e non significano volgarità. In Alessandrini c'è sempre
stata una assenza totale di volgarità: quella che nasce dal
calcolo, dalla mancanza di comprensione, dal non saper
perdonare. E... Dio! Ciò non è più dell'amore? A parte il fatto
che questo strombazzatissimo amore non mi è più
indispensabile, non ne ho più bisogno per vivere... Orià: cos'è
quel sorrisino?
Nulla, per carità. Pensavo solo, signora Magnani, che lei non ha
l'aria di amar molto il suo prossimo. Quando non ne parla con
immenso disprezzo, ne parla con immensa pietà. Chissà se
riesce ad avere gli amici.
Pochi. In un modo o nell'altro riescono sempre a ferirmi, o a
tradirmi: ed esser traditi in amicizia è molto peggio che esser
traditi in amore. Il mio prossimo... Io, per il mio prossimo,
perdo un sacco di tempo, cerco sempre di fare del bene anche se
non è un bene da monumento equestre: ma tutto sommato ci
comprendiamo pochino.
Succede così raramente di incontrare una persona umana fra il
prossimo. Son più umane le bestie degli uomini ed
ogniqualvolta mi accorgo di questo mi viene una tal voglia di
andarmene, ritirarmi in campagna, dove nessuno mi veda, tra i
cavalli, tra i polli. Davvero, sono sei mesi che mi cerco una
tenutella in campagna, mi aiuti a trovare una tenutella in
campagna. Ah!, che meraviglia non usar più le automobili, non
sentir più la puzza, non subir più la gente, stamani in via del
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