Page 299 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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nata a Roma, da madre romagnola e padre calabrese, se non ci
crede le do il certificato di nascita, in Egitto mia madre ci andò
dopo che m'ebbe avuta. Aveva diciott'anni, non era sposata e a
quell'epoca era uno scandalo, così andò in Egitto e io restai con
la nonna: qui a Roma. Perché non c'è nessuna vergogna, sia
chiaro, a ripetere che io non ho il nome di mio padre, ho quello
di mia madre, che mio padre non l'ho conosciuto, di lui so solo
che è calabrese. E allora perché mi vogliono a tutti i costi
egiziana?
Va bene, signora, va bene. Scriverò che è romana. Si calmi.
Parliamo d'altro. Si calmi. So che va a Parigi, a girare un film
con AutantLara. E poiché S'agapò, con Rossellini, non si fa
più...
Non si fa più e ne son felicissima. Cosa vuoi che le dica? Io, con
Rossellini, ci ho lavorato meglio che con qualsiasi altro regista.
Quando preparava una scena era sempre la scena che avrei
girato al suo posto. Eppure, quando una qualsiasi ragione mi
allontana da Rossellini, tutto comincia ad andarmi bene ed io ne
esco come una miracolata. No, non per quello che crede, mia
cara: non è rimasto alcun piccolo segno in me di Rossellini, io
non permetto che mi si lascino segni. E a questo punto, visto
che il nome s'è fatto, parliamoci chiaro. Da anni voi giornalisti
continuate a parlare del mio folle amore per Rossellini, ma
vogliamo dire la verità? Era Rossellini che mi stava addosso,
che non mi lasciava vivere. Non io che correvo appresso a lui.
Se quel folle amore fosse esistito anche in me, avrei saputo
mantenerlo, sia certa, non me lo sarei lasciato scappare.
Rossellini, poi, può rispondere quello che vuole. Dice tante
cose, Rossellini. Tempo fa ha dichiarato perfino di non aver mai
rivisto, mai, Roma città aperta e Paisà: e li aveva rivisti un mese
prima con me in un cineclub.
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