Page 193 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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... e poi so che ha fatto l'attrice: nella compagnia di Vivi Gioi e
di Cimara. Vero è che non ebbe critiche molto esaltanti. Se non
erro fu Renato Simoni che disse: «Quella di Afdera Vranchetti è
una recitazione da codice penale».
Non fu Renato Simoni. Fu Silvio D'Amico. Sì, devo confessare
che non fu una esperienza delle più brillanti: il mio talento in
quel campo non era eccessivo. Mia madre, che era una donna
estremamente spiritosa, diceva: «Mia figlia è la cameriera
meglio pagata d'Italia». Infatti prendevo cinquemila lire al
giorno solo per dire nel secondo atto: «Il pranzo è servito».
Qualche volta però riuscii a sostituire un'attrice ammalata. Mi
pare in Sardegna. Tuttavia posso testimoniare che poche attrici
nella storia di tutto il teatro sono state peggiori di me.
Oltretutto, se non sbaglio, lei soffriva di un inizio di balbuzie e
non sapeva pronunciare la erre.
Proprio così. Se non fosse stato per quell'angelo della
Mannucci... Sa, la maestra di dizione. Quella che insegna a
parlare ai sordomuti.
Le mise il sasso in bocca come a Demostene?
Un sasso?! Due sassi, tre sassi. Eh, sì. Ho avuto anch'io le mie
sofferenze.
Ed io che la credevo incapace di soffrire. In fondo è vero: ci
vogliono anni per capire la gente.
Certo non posso dire di aver sofferto molto. Toccando ferro non
posso dire che la sofferenza mi ha molto colpita, le cose
veramente brutte della vita non le ho mai fronteggiate. Forse
non so soffrire, forse è più esatto dire che mi dispiace o mi è
dispiaciuto far certe cose come coinvolgere mio marito in un
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