Page 191 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Certo i primi tempi devono essere stati duretti: lei così abituata
                a divertirsi, a far tardi la sera, a frequentare sei cocktails nel giro

                di un ora...



                Eh,  sì.  Soprattutto  per  il  mio  metabolismo  basale  che  è  un
                metabolismo  molto  latino  ed  entra  in  efficienza  solo  col

                pomeriggio e le tenebre. Anche quando rinunciavo alle uscite e
                cercavo di andare a letto presto, dormire, arrivavo all'ufficio in

                stato comatoso. Alle nove le altre redattoci erano fresche come
                rose, pettinate, sveglie. Io invece riuscivo appena a schiudere gli

                occhi e i miei capelli... Dio quei capelli che non stavano mai al
                loro  posto!  Capisce  che  problema  in  un  ambiente  come

                «Vogue» dove il lato estetico è così importante. Rimontavo un
                poco  alla  volta  nel  pomeriggio,  via  via  che  le  altre  si

                smontavano,  ma  quando  arrivavo  ad  essere  sveglia,  pettinata,
                liscia come un fiore, erano ormai le cinque: l'ufficio si chiudeva

                e bisognava andar via.



                Ed ora come va? Il metabolismo, voglio dire. Funziona o non
                funziona?



                Ora, la mattina, connetto: quella istituzione americana chiamata
                vitamine  mi  ha  molto  aiutato.  Ora,  son  contentona:  mi  hanno

                dato  perfino  quella  cosa  che  si  chiama  segretaria  e  che  non

                avevo mai avuto.


                Suppongo  comunque  che  questa  guerra  di  metabolismi  e

                vitamine abbia causato un po'"di disordine, qualche gaffe. Ero
                ancora  a  New  York  quando  questa  avventura  lavorativa  ebbe

                inizio e la direttrice di «Vogue» la sistemò dietro una scrivania:
                al  ventesimo  piano  dove  si  scrivono  gli  articoli.  So  che  le

                misero la penna in una mano, il taccuino nell'altra e le dissero:
                «Scrivi». Scrisse?







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