Page 180 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Sophisticated puppy



                Conobbi l'ex signora Fonda quando l'ex signora Fonda non era

                ancora l'ex signora Fonda, e nemmeno la signora Fonda: ma la

                signorina Afdera Franchetti, o se preferite la baroncssina Afdera
                Franchetti, fidanzata segreta di Henry Fonda. Segreta per modo

                di  dire:  lo  sapevano  tutti.  E  così  il  mio  giornale  mi  mandò  a
                intervistarla.  Viveva  a  quel  tempo  in  un  sofisticato

                appartamento  di  Roma,  tra  lacche  cinesi,  tabacchiere
                settecentesche,  volailles  di  porcellana  e  fotografie  di

                Hemingway  incorniciate  d'argento.  Tra  le  fotografie  di
                Hemingway, ma più in vista, ce n'era una di Henry Fonda con la

                dedica «To my Afdera with love». Ma ciò non impedì all'Afdera
                di negare ogni legame col divo e di abbandonarsi ad una scena

                di disperazione che avrebbe commosso una fiera. Oh, Henry era

                soltanto un amico, come potevo supporre qualcosa di più. Oh,
                se  scrivevo  il  contrario  l'avrei  rovinata.  Oh,  lei  si  sarebbe
                sparata,  uccisa,  impiccata.  E,  intanto,  aiutata  da  un  forte

                raffreddore, si soffiava il naso, si asciugava gli occhi, piangeva.

                Promisi di non scrivere nulla, non scrissi nulla. Mi sembrava un
                vero peccato che l'umanità perdesse una così graziosa donnina,

                una così adorabile bugiarda. E lei ne mostrò gratitudine: dando
                subito l'annuncio ufficiale del fidanzamento con Fonda.



                La rividi anni dopo, quando il suo matrimonio era ormai andato
                in frantumi. L'Afdera viveva ormai a New York, nella casa di

                Henry  che  si  era  generosamente  trasferito  in  albergo:  un

                elegante edificio a tre piani nella Settantaquattresima Strada Est,
                colmo  delle  solite  lacche  cinesi,  tabacchiere  settecentesche,
                volailles di porcellana e, anziché le fotografie di Hemingway,

                un grande ritratto di sé stessa. New York era ai suoi piedi: non

                esisteva salotto, per quanto chiuso, che non l'accettasse, cocktail




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