Page 152 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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invece è tornato a Parigi e ha detto tutto a tutti, perfino al
giornale
«L'Aurore»: sua figlia aspettava un figlio e perciò si sposava.
Ha fatto male, non era nemmeno vero che mi sposavo per
questo, io volevo sposare Fabrizio prima del figlio: tanto che se
il figlio non fosse venuto noi lo avremmo cercato, pur di avere il
permesso. Ha fatto male, mi ero battezzata da poco e non avevo
detto a nessuno il fatto del figlio, che figura mi ha fatto fare
dopo che mi ero anche battezzata.
Senta, Catherine: a me i suoi fatti personali interessano poco, si
è fatto abbastanza rumore su di essi.
Vero mi interessa il suo atteggiamento che mi sembra tipico
della guerra più brutta che esista e che va tanto di moda: quella
tra padri e figli. Forse suo padre è stato duro con lei, ma anche
lei è stata dura con lui.
Ma come? ! Mi hanno sempre detto: vogliamo che tu sia felice.
Bene, dico, per essere felice devo sposarmi. E loro: sposarti, no.
Bene, dico, per essere felice devo avere questo figlio. E loro: il
figlio no. Bene, dico, per essere felice devo battezzarmi. E loro:
ah! Sei cattiva, sei un demonio, getti il nome degli Spaak nel
fango, in casa Spaak non c'è mai stato un cattolico. Insomma:
quando ero una bambina, mio padre diceva: noi siamo liberi
pensatori e ti lasciamo libera di far quel che vuoi, di scegliere
quel che vuoi. Però, quando ho fatto quello che volevo è
successo il finimondo, mi hanno perfino tolto il saluto. Non
sono venuti alle nozze, non mi fanno neanche una telefonata.
Mi piacerebbe capire, Catherine, com'è che una diciassettenne
educata nell'indifferenza religiosa, nel culto della ragione e della
libertà, decide a un certo punto di diventare cattolica. Quando io
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