Page 151 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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voleva che le insegnassi a ballare il chachacha, che le portassi
sempre i quarantacinque giri con le musiche sceme.
Perché? Io le chiedevo le cose, le raccontavo le cose, mamma
sono innamorata, mamma mi piace quel ragazzo, e lei mi
ascoltava, sì, ma era come se non mi ascoltasse: io capivo che in
lei c'era solo il bisogno di rivivere attraverso questa imitazione
la sua giovinezza. Siete ben strani, voi. Cioè, lei no. Io lei non la
capisco, non riesco a definirla, non la posso mettere con me né
con loro, non capisco perché se la prenda tanto pei genitori.
Perché i genitori vanno amati, Catherine. Vanno amati perché ci
hanno messo al mondo, perché ci hanno tirato su anche se ci
hanno tirati su in un modo che non ci piaceva; del resto anche
loro sono stati tirati su dai loro genitori in un modo che non gli
piaceva, non per questo si proibivano di amarli. Mi dica,
Catherine: lei ama i suoi genitori?
No... Non lo so. Sono ancora sotto lo choc di ciò che hanno
fatto contro di me.
Forse lo hanno fatto per il suo bene o perché credevano di far
bene, Catherine.
Ma come? Quando ho incominciato la pratica per potermi
sposare anche senza il permesso dei genitori, mio padre si è
precipitato a Roma e si è arrabbiato come un pazzo. Il mio
avvocato gli ha detto, guardi, signor Spaak, sua figlia aspetta un
figlio, e lui si è messo a urlare non voglio che mia figlia aspetti
un figlio, e se vuole il figlio preferisco lo abbia senza sposarsi.
Poi è venuto a Parma dove giravo La parmigiana, io gli ho detto
fai quello che vuoi, papà: io mi sposo. Allora lui ha detto,
promettimi almeno di sposarti in Francia dove c'è il divorzio, io
gli ho risposto va bene, però non raccontare queste cose, lui
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