Page 147 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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nulla da dirmi.
ORIANA FALLACI: Devo dirle una cosa, Catherine: questa
conversazione, per me, è la più difficile fra quante ne ho fatte
finora. Chissà perché, quando parlo coi giovanissimi mi coglie
il disagio: quasi io mi esprimessi in cinese, loro in groenlandese,
e le nostre incomprensibili frasi si perdessero al vento. Non ci
divide che una guerra, lo so, però è come se abitassimo su
pianeti diversi. Lei poi, mi sconcerta: questo volto di bimba,
questo ventre di madre... non riesco a conciliare la lontananza
dei suoi lineamenti infantili col fatto terrestre che partorirà un
figlio tra un mese. Devo dirle un'altra cosa, Catherine. L'ho
seguita nella sua carriera di attrice, nella sua conversione al
cattolicesimo, nella lite coi genitori, nella pubblicità esplosa
intorno al suo matrimonio con Fabrizio Capucci e, malgrado il
disagio che ho detto, da parecchio tempo ho la curiosità di
conoscere la nipotina del grande statista PaulHenri Spaak.
Esattamente da quando...
CATHERINE SPAAK: Uffa, questo zio. Mi hanno lanciata
come nipote di questo zio e io l'ho visto una volta sola: quando
avevo otto anni. Ero dentro la vasca da bagno e lo zio entrò nel
bagno, seguito da mamma e papà e un corteo di parenti, per
pesarsi sulla bilancia. Sembrava una palla con una pancia come
chi deve partorire cinque gemelli, e il corteo urlava: «Henri,
romperai la bilancia!». Salì sulla bilancia e le urla si
raddoppiarono: «La rompe, la rompe!», Io mi sporsi dalla vasca
per vedere se la rompeva davvero e questo era il famosissimo
zio, segretario generale della NATO, idolo dei belgi, e destinato
a passare alla storia. Boh!
... esattamente, dicevo, da quando il regista Cayatte mi raccontò
su lei un episodio. Tre anni fa.
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