Page 142 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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La parte di minorenne
Sarà uno sbaglio, sarà una mania, sarà un complesso. Ma, se mi
capitasse di intervistare una piazza intera di diciottenni, a tutti
chiederei ciò che ho chiesto a Catherine Spaak: chi era Hitler,
chi era Mussolini, cosa erano i campi di concentramento in
Germania, cosa accadde a Hiroshima; ogni volta sicura di
cozzare contro l'infrangibile muro della loro ignoranza o della
loro indifferenza. È
già successo, succede sempre lo stesso. Dinanzi al mio doloroso
stupore, reagiscono: «Ma è colpa mia se non c'ero? È colpa mia
se non ero nato?». Così non mi perdo nemmeno a rispondere
che neppure io c'ero quando Mussolini fece la Marcia su Roma
però so cos'è stata la Marcia su Roma, neppure io ero nata
quando scoppiò la Prima guerra mondiale però so cos'è stata la
Prima guerra mondiale: perché ho studiato, ho letto libri, ho
chiesto, ho ascoltato. Anziché presentare il mio atto di nascita
insomma, e dimostrare che sono abbastanza giovane anch'io,
passo a chiedergli cosa è successo in Ungheria, a Cuba, a
Gerusalemme durante il processo di Eichmann, e cosa succede
oggi in Spagna, chi è Franco, chi è Salazar, nomi e fatti dei
giorni nostri. Torno a cozzare contro l'infrangibile muro della
loro ignoranza o della loro indifferenza. Su Eichmann non
hanno ancora deciso se fosse buono o cattivo e si meritasse quel
processone, quella condanna a morte, quelle ceneri sparse al
vento. Su Cuba sospettano una storia assai poco interessante di
missili. L'Ungheria non so, non saprei. In Spagna si fanno le
corride e si girano i film, Franco è un generale. Salazar...
boh! Né questo accade soltanto in Italia. Accade, è accaduto a
me, anche in Francia, in Inghilterra, in Germania, in Svezia, in
Norvegia, in Danimarca, in Belgio, negli Stati Uniti, in
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