Page 138 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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anche un po'"torto.
Ma no, cosa dice? Il suo naso è bellissimo.
No, no. È un poco torto. E guardi che dito: tutto ricucito. Me lo
strappò un giornalista che avevo attaccato per certe porcherie
che aveva scritto su me. Pesava centotrenta chili, aveva il mio
dito in bocca e non lo mollava: meno male che non mi strappò
l'osso. Io detesto fare a pugni, mi creda.
Ci credo, lei è un uomo squisito: ma non è un angioletto. Quella
faccenda al Messico, per esempio, quando Alfonso la fece
arrestare e voleva fare arrestare anche Ira. Seguii la faccenda e
mi pare che i giornali dicessero che nel suo appartamento
c'erano cinque pistoleros, un bastone, un paio di manette...
Non avevo nessun pistolero: quello era il corpo di guardia
dell'albergo, ogni albergo al Messico ha il suo corpo di guardia.
Le manette lo provano: son forse un tipo da andare in giro con
le manette?
Per favore, non mi faccia parlare di questo: non posso, non
devo. Ci sono di mezzo i bambini di Ira.
Fossero i miei, racconterei tutto di quel brigantaggio, di
quell'infamia illegale. Avevano tagliato perfino i fili del
telefono perché non chiamassi il mio avvocato... Volevano
entrare nell'appartamento di Ira, dove c'erano i bambini... E poi
quell'orrenda prigione, quaranta individui dentro una stanza
piccola così, solo una minuscola grata al soffitto per lasciar
passare un po'' d'aria, una grata che dava sul corridoio, per di
più, il puzzo, la sporcizia. Che orrore. Mi seccò molto.
Finire in prigione per amore... trovo che è molto nobile, lo trovo
molto simpatico che un signore chic come lei sia stato almeno
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