Page 139 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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una volta in prigione. Piuttosto, quelle raffiche di mitra ad
Alfonso...
È vero che voleva farlo ammazzare?
Oddio! Mi guardi bene: ho l'aria di uno che fa ammazzare la
gente? Alfonso fece un gran fracasso per un bucolino che c'era
nel vetro dell'automobile: e assomigliava a un colpo di
rivoltella. Sa con cosa avevo fatto quel bucolino? Con un I
sasso, un sassetto così. E sa chi buttò quel sassetto? Io, dalla
finestra. Fu idiota, va bene. Ma potevo dire d'aver fatto una cosa
tanto idiota? Eh? Senta, non mi faccia parlare: non posso, non
devo. Posso dire soltanto questo: che il 27 dicembre 1960 Ira ed
Alfonso ratificarono dinanzi al giudice un accordo secondo il
quale i bambini dovevano, debbono stare sei mesi con la madre
e sei mesi col padre; che l'accordo ha valore internazionale, che
Alfonso non l'ha rispettato, che Alfonso ha rubato i bambini e si
è stabilito con loro in Spagna, che non vuol farli vedere alla
madre, che non le permette neppure di parlar loro al telefono,
che se andiamo in Spagna ci fa arrestare, che questo è
disumano, selvaggio, che io farò di tutto perché Ira riottenga i
suoi figli: a costo di rimetterci non so cosa. Ci sto già
rimettendo: io ho aperto da pochi mesi una fabbrica nuova di
laminati di alluminio, una meraviglia che mi diletta gli occhi
solo a guardarla.
Tutta tappezzata di mattonelle da salotto, le colonne le ho fatte
venire dalla Germania, perfino dalla Svezia e dagli Stati Uniti
sono venuti a vederla, hanno detto che lusso, che lusso inutile,
io vorrei essere lì, a godermela, e invece sono a Parigi e mi
annoio da morire.
Giusto. Giustissimo. Ma è capace di rancori, lei? Ho rivolto
questa stessa domanda alla Bergman e lei ha risposto di no, che
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