Page 140 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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ha cattiva memoria.
Io rispondo di sì, per il lavoro e il rancore la memoria ce l'ho
buonissima. Io sono un calabrese: so aspettare anche vent'anni,
dietro un cactus. Io sono un calabrese, non lo dimentichi.
E lei, signora? È capace di rancori, lei?
IRA: IO no... Per essermi sposata troppo giovane, vuol dire?
No, no. Se tornassi indietro lo rifarei, creda.
Sposarsi giovani da esperienza, aiuta a commettere meno errori
quando si è adulti. Se non mi fossi sposata, che vita avrei fatto?
Quella di queste ragazzine sciocche, senza interessi? No, no:
creda. Se non fosse per questa croce dei figli. Questa croce... Io
dico solo che è una cosa selvaggia, che Alfonso fa male, perché
lo fa? Io, sa, della fabbrica non so nulla, non m'importa nulla,
non ci vado mai, io sto bene dappertutto, in Brasile, a Parigi, nel
Congo: basta che mi ridiano i bambini. Io che devo dire?
Abbiamo una casa nuova, a Sào Paulo: non posso nemmeno
occuparmene. Ci toccherà stare in quella vecchia che ha
sessantadue stanze, come si fa a vivere in una casa di
sessantadue stanze? dipende: meglio sessantadue che due sole.
BABY: Era una gran bella casa, sa: con il parco, le rocce, il
campo da tennis, la piscina all'aperto, la piscina coperta, il
cinema, il nightclub, tutto. Settemilacinquecento metri quadrati
di estensione, pensi: l'aveva ideata l'architetto che ha costruito
Brasilia, tre anni ci abbiamo messo a studiare il progetto. Ma Ira
l'ha voluta più piccola e ora non so cosa farne. Venderla mi
dispiace: ho il senso della proprietà, mi piace comprare non
vendere. Venderei solo se diventassi povero, o per comprare la
terra: io amo la terra.
IRA: A me basta il giardino.
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