Page 129 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Hallo,  Baby.  Sì,  fra  noi  parliamo  in  inglese,  sono  stata  a  far
                spese, ma non ho comprato nulla: tutto costa talmente caro, a

                Parigi. Se non si sta attenti, si butta via i soldi, a Parigi.



                Non starà mica attenta, lei?


                Sì, invece. Attentissima. Cosa crede? Che possa spendere quello

                che voglio? Sono un tipo economo, io. Bè, le piace mio marito?
                Mi dica, mi dica. Sa, una non conosce mai la persona alla quale

                vive vicino. Magari lo capisce più lei di me. Voglio dire, tante
                volte uno si sbaglia, io poi sbaglio sempre: con lui no, eh?



                Lo trovo talmente simpatico che sono quasi delusa. Così severo,

                elegante, vestito di grigio. Nelle fotografie lo avevo visto spesso
                con camicie hawaiane o cappelli alla cowboy. E poi una volta

                chiesi  a  un  collega:  che  tipo  è,  questo  Baby?  E  lui  mi  disse:
                «Immagina  un  uomo  di  un  metro  e  novanta,  con  la  faccia  da

                attore  del  cinema,  l'allegria  di  un  selvaggio,  un  asciugamano
                intorno alle reni e nient'altro»...



                BABY: Quando mai qualcuno mi ha visto con un asciugamano

                intorno alle reni e nient'altro?


                IRA: Non solo è simpatico: è buono, ed è pieno di charme. Non

                gli piace un mucchio di cose che piacciono a me, l'antiquariato,
                per  esempio,  le  cose  vecchie,  gli  amici.  Però  io  mi  ci  trovo

                benissimo.  Le  dirò:  a  me  è  sempre  piaciuto,  anche  quando  lo
                consideravo  più  un  playboy  che  un  uomo  che  lavora.  Lo

                conobbi nel 1957, e io credo sempre all'istinto. Speriamo bene...



                BABY: Col vostro permesso, io vorrei farla finita con la storia
                del  playboy.  Io  ripeto  che  non  sono  affatto  un  playboy.  Ho

                cominciato  a  lavorare  a  diciott'anni,  appena  finito  il  liceo,
                quando  mio  padre  si  ammalò.  Mi  son  trovato  tutta  la

                responsabilità  di  una  fabbrica  a  vent'anni,  quando  mio  padre


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