Page 116 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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L'orgoglio è come la vista: la cosa più importante in una
creatura. Anche quando mi arrestarono mi comportai con
orgoglio: niente lettere di supplica, niente domande di grazia.
Volete fucilarmi?
Fucilatemi. L'odio, invece, non lo capisco. Niente è disgustoso
come due occhi resi opachi dall'odio.
Io non capisco le donne che si fanno ripulire gli occhi, stirare le
grinze intorno agli occhi, e poi portano l'odio negli occhi.
Restauratevi pure, belle mie, ma l'occhio, l'occhio, l'occhio!
Quello non si restaura se dentro c'è l'odio. Non si restaura
nemmeno se l'odio non c'è... Quanto alla gelosia, io non sono
gelosa neppure di chi ci vede. Non sono possessiva. Se ho un
cane, non dico «il mio cane»; dico «il cane» o «i cani». Se
avessi avuto un bambino, non avrei detto «il mio bambino»,
avrei detto «il bambino» o «i bambini». Gliel'ho raccontato del
cane con cui feci il mio primo film, Le chien qui rapporte? Morì
cieco, a metà film. Ne rimasi talmente straziata. Non c'è nulla di
più sconfortante di un cane che muore con gli occhi bruciati, un
cane cieco. Un cane cieco ha un solo vantaggio: non gli importa
nulla di non poter più leggere. A me invece importa più di
qualsiasi altra cosa. Io non ho studiato, sono figlia di un
tranviere, sorella di un operaio, ho fatto solo le elementari. Mi
sono istruita da me, sui libri. Il mio letto era un cocktail di libri:
uno ne lasciavo ed uno ne prendevo. Leggere è importante come
guardare: e i miei occhi bevevano le parole come bevevano il
mondo. Ora sono costretta a farmi leggere. Viene una musicista
e mi legge. Ha una bella voce ma non è la medesima cosa.
Leggendo da sé si torna indietro, ci si sofferma a pensare, e
invece quella brava ragazza va avanti, va avanti: come un treno
che ignora le stazioni e ha i freni rotti. Mi fa compagnia, questo
sì. Anche lei da due ore mi fa compagnia. Lei vive a Parigi?
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