Page 100 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Marotta di Otto e mezzo? Io leggo volentieri quelli che parlano
                bene  di  me.  So  bene  che  anche  la  critica  negativa  può  essere

                costruttiva,  ma  la  sola  che  capisco  è  quella  materna,  fatta  di
                bacetti, di carezze, di paroline lusinghiere...



                Infatti, nel film, quel rompiscatole che non le da i bacetti finisce

                impiccato. Quante volte ha sognato di impiccare chi non le dice
                che è bravo, signor Fellini?



                Tante  volte.  La  critica  espressa  così  è  per  me  pericolosissima
                perché uccide la spontaneità.



                Io mi chiedo cosa avrebbe potuto fare lei se il cinema non fosse

                esistito, insomma se fosse nato quando il cinema non esisteva. Il
                confine tra fantasia e realtà è così labile in lei...



                Cosa  avrei  potuto  fare?  Non  lo  so  davvero.  Scrivere,  no.
                Scrivere  è  una  disciplina  ascetica,  lo  scrittore  deve  essere

                circondato di solitudine, di silenzio: a ciò non potrei abituarmi.
                Di sicuro mi sarei dedicato a qualcosa che avesse avuto a che

                fare  con  lo  spettacolo:  o  avrei  tentato  di  inventare  il

                cinematografo. Il cinema mi piace perché col cinema ti esprimi
                mentre  vivi,  racconti  il  viaggio  mentre  lo  fai.  Sono
                fortunatissimo, anche in questo: sono stato portato per mano a

                scegliere un mestiere che è l'unico mestiere per me, l'unico che

                mi  permetta  di  realizzarmi  nella  forma  più  gioiosa,  più
                immediata...



                Certo non lo vedo un Fellini nascosto, pensatore solitario. Noi
                dei giornali abbiamo inventato la divinizzazione dei registi: ma

                a pochi tale divinizzazione si addice quanto a lei. Lei ha sempre
                bisogno di un palcoscenico che la illumini, di un'orchestra che

                le suoni una marcetta.



                Può anche darsi che esista questa componente di vanità: d'altra


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