Page 94 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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intuisse quel che pensavo. Giunta dinanzi al cancello, frenò con
una punta di stizza. Nel giardino c'era un ragazzo biondo e
robusto, con un paio di blue jeans e la camicia sudicia a quadri.
Affilava qualcosa con un coltello da caccia.
Era il figlio maggiore di Gregory Peck.
«Ciao, Johnny» salutò Veronique. E gli accarezzò lievemente i
capelli. Il ragazzo non alzò nemmeno lo sguardo. Mugolò
qualcosa continuando a maneggiare il suo coltello da caccia, e
solo quando Veronique fu passata si voltò. Mi parve di cogliere
nei suoi occhi celesti uno sguardo ostile.
Veronique lo sentì, si fermò e tornò indietro.
«Vuoi mangiare, Johnny?» chiese conciliante. Il ragazzo non
rispose. Scrollò annoiato le spalle.
Veronique si morse le labbra e mi allontanò perché non
assistessi a qualcosa di peggio. D marito era allo studio. Così mi
mostrò la casa, i portasigarette d'argento su cui era inciso «Greg
and Veronique», i souvenir che avevano comprato durante i loro
viaggi e la camera nuziale col letto rosa a baldacchino.
Infine aprì l'uscio della nursery dove Anthony dormiva, dentro
la culla. Dolcemente lo sollevò. Era un bambino grasso, nudo e
abbronzato come tutti i bambini americani. Lo strinse al cuore
con gli occhi lucidi. «Tutto va meglio» disse Veronique «da
quando c'è lui. A Hollywood tengono in gran conto i bambini.»
Se il «meglio» consisteva di tanta tristezza e di tanto squallore,
chi sa com'era stato il «peggio».
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