Page 66 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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sera, quando fa l'elegante, non ha alcun riguardo a scoprire le
                sue  venerabili  spalle.  Afflitta  dalla  dentiera,  sorride  con  un

                terribile ghigno e non si sa mai se intenda sorridere o farvi una
                smorfia.

                  Dicono che non sia stupida e certo non lo è se ha fatto tanta
                carriera:  ma  non  sono  mai  riuscita  a  imbastire  con  lei  un
                discorso  che  fosse  più  lungo  di  dieci  parole.  Dipende  dal

                whisky.  A  Louella  piace  moltissimo  e  comincia  a  piacerle  la
                mattina  appena  si  alza.  Così,  dall'alba  fino  a  notte  profonda,

                vagola in una spensieratissima nebbia che le aumenta la sete e,
                alla fine, le impedisce di seguire il filo della conversazione. Non
                ho capito, dunque, come faccia a scrivere le sue «colonne»

                  sebbene l'estrema semplicità con cui esse vengono stese non
                richieda eccessivo sforzo cerebrale.

                    Ma  è  opinione  comune  che,  da  qualche  anno,  Miss  Parsons
                prenda la penna in mano soltanto per firmare gli assegni e gli

                articoli  siano  compilati  dai  suoi  giovani  redattori,  ovviamente
                relegati nell'anonimo. Il suo ufficio è a Beverly Hills. Occupa

                molte  stanze  ed  è  una  delle  redazioni  meglio  organizzate  di
                Hollywood.
                  La più cattiva è invece Hedda Hopper, quella che va sempre a

                zonzo  sotto  un  cappello:  i  cappelli  essendo,  con  la  perfidia
                gratuita, l'unico scopo della sua vita. Ne ha novecento: quanti

                non  ne  possiede  nemmeno  Jean  Negulesco.  Hedda  confessa
                sessantaquattro anni e fu una celebre bellezza: del resto, ancora

                oggi, brutta non è. Figlia di un macellaio, scoprì, adolescente, la
                passione per il cinema e tentò di fare la diva, ma senza ottenere

                successo.  Allora  ripiegò  sul  giornalismo.  Ora  scrive  per  una
                «catena» di duecento giornali, possiede una casa molto raffinata
                a Bel Air, e ha raccolto un numero incalcolato di toilettes e di

                maledizioni.  È  senza  dubbio  una  delle  donne  più  eleganti
                d'America e anche una delle più odiate. La sua malignità e il suo

                gusto  della  maldicenza  sono  direttamente  proporzionati  al
                numero dei suoi lettori (circa trentadue milioni, dice lei), e alla

                consapevolezza della sua forza. È più facile andare a cena con



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