Page 61 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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colori della bandiera, stavano sul terrazzo e bevevano whisky.
                C'era  David  Niven,  impeccabile  e  inglese  nonostante  una

                giacchetta  di  rafia.  C'era  Greer  Garson,  esilissima,  sofisticata
                dentro un abito azzurro cielo, irriconoscibile sotto un ombrello

                di  capelli  rosa.  C'erano  i  registi  Hathaway  e  Hitchcock  e  una
                vecchia signora vestita di verde, la testa incappucciata di verde,
                un  sorriso  dimesso  che  si  confondeva  fra  le  rughe,

                splendidamente  patetica  nel  ricordo  di  quella  che  fu:  Norma
                Shearer.

                    Appoggiato  sdegnosamente  alla  balaustra,  col  volto
                mortalmente corrucciato e la moglie francese appiccicata al suo
                braccio, c'era Gregory Peck. Sotto la loggia, sprofondato in una

                poltrona  di  vimini,  abbracciato  a  due  bastoni,  con  un'aria
                incantata sul nobile volto di locusta, c'era Cole Porter.

                  E accanto a lui, gigantesco e solenne come un cardinale, Orson
                Welles  con  la  moglie  italiana.  In  fondo,  con  la  faccia  rossa  e

                spensierata, rideva Sammy Colt. Vedendomi, la risata gli morì
                nella gola. «My Godness!» balbettò. E fu come un segnale.

                  Di colpo il brusio e i sorrisi cessarono e tutti guardarono la
                sconosciuta come se dinanzi a loro si fosse spalancata la terra.
                Qualcuno posò sveltamente il bicchiere: quasi fosse una patata

                bollente.
                    Sammy  mi  corse  incontro  e,  penosamente  imbarazzato,

                porgendomi  una  razione  di  whisky  spiegò  che  si  trattava  di
                whisky  annacquato  e  non  dava  alla  testa.  Lo  rassicurai

                spiegandogli che non avevo nulla contro le bevande che danno
                alla  testa.  Per  convincerlo,  mi  rovesciai  in  gola  il  bicchiere

                (scarsamente  annacquato).  Sammy  parve  acquetarsi.  «Piace
                anche a lei» disse con sorriso ebete rivolgendosi a Greer Garson
                che mi fissava come si fissa un insetto schifoso. Greer Garson

                sorrise.
                    Sorrise  anche  David  Niven  e  sorrise  anche  Norma  Shearer.

                Sorrise, cielo!, perfino Gregory Peck.
                  Tutti sembravano molto felici perché avevo bevuto e questo mi

                rendeva  partecipe  di  un  immaginario  peccato.  L'unico  che



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