Page 52 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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durante il viaggio di nozze con l'indimenticabile Douglas.
                  La casa di Greta Garbo è poco lontana, al numero 904 di North

                Bedford Drive, quasi di faccia al Beverly Hills Hotel. È a due
                piani, elegantemente posata su un prato e accarezzata da antiche

                magnolie. La «Divina» vi abitò quattordici anni e ci visse il suo
                amore  per  John  Gilbert  e  poi  per  Stokovski:  i  soli  che  vi
                avessero  libero  accesso.  Rimasta  sola,  Greta  non  permise  a

                nessun  altro  di  metterci  piede  e,  per  meglio  difendere  il  suo
                drammatico riserbo, non usava nemmeno il telefono: ne aveva

                tagliato i fili. (Ma venne atrocemente punita quando scoprì che
                il giardiniere affittava per un dollaro a testa le finestre della casa
                adiacente: di lì si poteva comodamente vedere la diva che, sotto

                la luna, si tuffava nuda in piscina). Per entrare e uscire, Greta
                passava  da  una  porta  di  servizio,  nascosta  fra  l'edera,  e  per

                dormire  sfruttava  soltanto  una  camera  del  piano  superiore,
                arredato con tragica parsimonia. Le stanze a pianterreno erano

                vuote, con le pareti tinte di verde scurissimo, quasi nero, e dalle
                finestre spalancate di giorno e di notte gli alberi allungavano i

                rami,  il  vento  irrompeva  sibilando  come  in  un  castello  di
                streghe,  d'autunno  volavano  dentro  le  foglie  appassite  che
                nessuno spazzava.

                    «Io  non  voglio.  Amo  le  foglie  sole.  Hanno  il  sapore  della
                malinconia»  diceva.  Quando,  quattordici  anni  fa,  vendette  la

                casa per trasferirsi a New York, lo strato di foglie era così alto
                che ci si poteva dormire come su un materasso.

                  All'indirizzo più invidiato e discusso di Hollywood ora abita il
                regista  Jean  Negulesco  la  cui  faccia  sanguigna  e  l'assoluta

                mancanza  di  complessi  (è  uno  dei  personaggi  più  gioviali  e
                felici  di  Hollywood)  spiegano  subito  perché  la  casa  sia  tanto
                cambiata. Le pareti sono ridipinte di chiaro, le stanze piene di

                raffinatissimi  mobili,  ogni  camera  ha  il  suo  apparecchio
                telefonico che squilla senza riserve e d'inverno le finestre sono

                chiuse,  d'estate  il  maggiordomo  negro  provvede  a  spazzare  la
                più innocua fogliolina.

                  Nella camera che vide le lacrime e le calze lavate della Garbo



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