Page 41 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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viali alberati, di siepi verdi e di giardini annaffiati che
circondano le ville e di bungalow bianchi, rosa e violetti come
un paradisiaco parco. (Giacché tutto, a Hollywood, è costruito
in modo da imitare quel che i californiani credono sia il
paradiso terrestre: un luogo dove la gente è felice con i film, le
automobili e moltissime foglie). Come facciano a farli crescere
in quella terra imbevuta di petrolio, non lo so. Ma non bisogna
meravigliarsene troppo: indipendentemente dal cinema, i
fenomeni più contrastanti dominano questa bizzarra città dove
gli scoiattoli saltellano sui marciapiedi senza che il rombo dei
motori riesca a spaventarli e, a dieci chilometri dall'abitato, i
coyotes mugolano penosamente contro il cielo polveroso mentre
gli aerei delle compagnie pubblicitarie disegnano a lettere di
fumo candido il nome del deodorante che raffresca le ascelle,
oppure quello del fabbricante di automobili che si autodefinisce
l"«Onesto John» sebbene, tre anni fa, abbia subito un processo
per truffa.
Non sono stravaganze da umoristi. Quelli di Hollywood fanno
sempre sul serio: anche quando sembra che prendano
sottogamba l'eternità. Sulle strade dove non passa giorno senza
che un automobilista ubriaco ci lasci la vita, cartelloni invitano
a comprare una tomba a Forestlawn, il cimitero dove ogni
ricordo della morte è bandito. Sono cartelloni idilliaci, con
disegni di laghetti, cigni azzurri, uccellini rosa, e la fotografìa di
un bell'uomo che assomiglia a William Holden con un fumetto
che dice: «Mio caro giovanotto, pensa all'avvenire e comprati
un cantuccio a Forestlawn».
Oppure: «Bella ragazza, non ti piacerebbe dormire nei secoli
accanto a Bing Crosby? Ho un posticino che va proprio bene
per te». No, Bing Crosby non è ancora morto. Ma già s'è
comprato la tomba. Tutti gli attori più saggi si sono comprati un
bel pezzo di terra a Forestlawn dove sono sepolti Jean Harlow e
Carole Lombard, John Barrymore e Lupe Velez. I più fortunati
l'hanno addirittura ricevuta in regalo come quel regista
ricchissimo: i colleghi, non sapendo che altro dargli giacché ha
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