Page 192 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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Oriana Fallaci


                  «Con la censura stiamo peggio noi»


                  «L'Europeo», 27 ottobre 1957
                    Ho  scelto  questi  registi  perché  non  c'è  pericolo  che  essi

                vogliano  difendere  Hollywood  su  un  problema  così  bruciante
                come quello della censura. Cominciamo da Joseph Mankiewicz:

                l'intellettuale,  il  raffinato,  l'unico  che  sia  riuscito  a  vincere
                quattro «Oscar» in due anni (glieli dettero per il soggetto e la
                regia di Lettera a tre mogli ed Èva contro Èva). Mankiewicz non

                ama Hollywood sebbene ci sia stato vent'anni e vi abbia trovato,
                come molti altri, la gloria. Nel 1951

                  scappò (è la parola esatta) e si stabilì con la famiglia a New
                York,  dove  possiede  la  sua  casa  produttrice,  la  Figaro  Inc.

                «Lasciai Hollywood perché volevo che i miei figli vivessero in
                un  posto  dove  si  impara  a  leggere  e  a  scrivere»  dice

                Mankiewicz:  una  frase  spietata  che  scandisce  con  la  perfida
                dolcezza  e  il  tono  educatamente  deciso  di  chi  non  ammette
                repliche. Ora si trova ad Hollywood per organizzare il lancio del

                suo  ultimo  film:  The  Quiet  American,  di  cui  ha  concluso  il
                montaggio  lo  scorso  settembre  in  Italia.  Ci  resterà  poche  ore:

                ma questo basta a renderlo assolutamente infelice.
                  Ha il mal di capo, l'espressione annoiata, vuole partire il più

                presto possibile come se la California gli scottasse sotto i piedi.
                Ripete che la grettezza e il conformismo sono i peggiori difetti

                di questa città.
                  Ma quando gli chiedo se abbia mai avuto fastidi con la censura
                cinematografica a Hollywood, subito si ravviva e nei suoi occhi

                azzurri, sereni come quelli di un bimbo, mi sembra di cogliere
                un lampo quasi indignato. «Darling, la censura a Hollywood è la

                più liberale del mondo e dire il contrario è uno sciocco luogo
                comune»  risponde  Mankiewicz.  «Quelli  che  fanno  brutti  film
                dando la colpa alla censura sono ipocriti che cercano un alibi

                alla loro mancanza di coraggio e fantasia. A Hollywood io ho



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