Page 188 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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in quella occasione di non produrre più film: qualche mese dopo
s'era già rimangiato il giuramento e Kirk Douglas, per niente
impressionato, si accingeva a girare I Vichinghi. Il piano di
lavorazione de I Vichinghi prevedeva che la maggior parte del
film fosse girata lungo il Mar Baltico. Kirk andò nel Mar
Baltico e reclutò centinaia di comparse appiccicando sulla
faccia di ognuna una fluentissima barba. Povero Kirk. Ignorava
che sul Mar Baltico soffia un vento violento. Mentre l'operatore
girava le scene all'aperto, tutte le barbe volarono. E nessuna
colla o sostanza gommosa risultò abbastanza efficace per fissare
le barbe alle guance delle comparse. La lavorazione del film
venne sospesa. Kirk fu costretto ad attendere che le comparse si
lasciassero crescere una autentica barba.
Quei bulbi capillari erano pigri. Ci vollero due mesi perché le
barbe delle comparse diventassero lunghe come Kirk voleva.
Un danno finanziario preoccupante. Strappandosi il pizzo (vero)
che portava da un anno, Kirk gemette che non avrebbe più
prodotto un film. Invece continua, imperterrito.
Che volete: per quante barbe possano volare al vento del
Baltico, per quanti aerei a reazione possano esplodere nel cielo
del Nevada, questi rivoluzionari in Cadillac non rischiano mai la
rovina economica.
Nei film prodotti dagli altri, riprendono senza fatica i quattrini
perduti. Non esigono soltanto favolosi stipendi. Esigono anche
scandalose percentuali sui guadagni o addirittura sugli incassi
dei film di cui sono protagonisti. Fare un film per duecentomila
dollari (circa centotrenta milioni di lire) senza ricevere il
supplemento della percentuale è una sciocchezza definita
«working for nothing», lavorare per nulla. Se si esclude il
precedente di Mary Pickford e Douglas Fairbanks senior che
trent'anni fa pretendevano percentuali da togliere il fiato, mai
sotto il sole della California si vide una corsa al denaro tanto
famelica. William Holden prende il cinquanta per cento sui
guadagni.
Marlon Brando prende il settantacinque per cento sui guadagni
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