Page 140 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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urlare e, più gli altri cercavano di consolarlo con frasi tenere,
massaggi e carezze, più si irritava: come se la colpa fosse di
tutti all'infuori che sua. Infine, intatto e sdegnoso, mi passò
accanto con occhi di ghiaccio.
«Ma» dissi «non dovevamo parlare?» Mi guardò come se non
m'avesse mai vista.
«Con me?» replicò irrigidendosi a simile audacia. E, a testa
alta, sparì col suo livido nel camerino.
Da cosa nasca il successo di quest'uomo capriccioso nemmeno
gli psicanalisti riescono a dirlo. È
gracile, già mezzo calvo, sembra gobbo: una cicatrice profonda
gli deturpa la mascella sinistra restando visibile nonostante il
cerone. Nessuno negherebbe a cuor leggero che è brutto. Si
veste poi come un gangster del 1929: camicie nere, cravatte
bianche, giacche a rigoni, cappelli col fiocco alto dieci
centimetri. Eppure Lauren Bacall, che dopo la rottura sostiene
di odiarlo, ha perso la testa per lui.
«Dopo Bogey, anzi con Bogey, è l'uomo più attraente che
abbia conosciuto» mi disse allungandosi voluttuosamente su un
divano della sua casa in Holmby Hills. «E, mi creda, in campo
maschile, i miei gusti sono difficili. Sul piano di Frankie
metterei solo Adlai Stevenson, il regista John Huston e il
commediografo Sherwood.» Ad una parete, accanto alle
fotografìe del defunto Humphrey Bogart, c'erano quattro
fotografie di Sinatra. Il suo successo con le donne è ormai
leggendario. Valentino, se fosse vivo, si sentirebbe umiliato.
«È il tipo che va a un party con la Novak e ne esce con la
Dietrich» dice un suo amico.
«Cambia le donne come una cravatta» dicono altri. «Talvolta
mi chiedo se non le sceglie col criterio di accompagnarle al
colore delle cravatte.» (Sinatra ha duemila cravatte). È risaputo
che, quando lavorava alla MGM, Sinatra attaccò al muro del suo
camerino una lista coi nomi di celebri attrici da conquistare. Ad
ogni conquista, spuntava il nome con una crocettina. Quando se
ne andò, soltanto due erano rimasti senza quella crocettina e,
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