Page 138 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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Capitolo settimo


                  Se le bionde come Jayne Mansfield o Kim Novak provocano
                tanti  clamori  e  feriti,  figuriamoci  i  veri  idoli  d'America  (tre

                quarantenni giunti con ritardo alla gloria cinematografica: Frank
                Sinatra, William Holden e Yul Brynner). In un paese dove le
                donne  non  soltanto  sono  più  numerose  degli  uomini,  ma

                posseggono quasi l'ottanta per cento delle azioni delle Società e
                dove domina una sorta di matrismo prepotente e battagliero, si

                capisce che siano gli attori e non le attrici a riscuotere maggiori
                affetti e isterismi di massa. Anzitutto il numero degli attori, a

                Hollywood, supera del quaranta per cento quello delle attrici. E
                se  fabbricare  una  diva  è  difficile,  fabbricare  un  divo  è  facile

                come  girare  un  western.  I  nomi  che  fanno  il  box  office  sono
                quasi  sempre  di  maschi,  più  o  meno  autentici:  dalle  inchieste
                condotte dalla Motion Picture Association risulta che perfino i

                vecchi più incartapecoriti come Spencer Tracy e Clark Gable,
                nel  successo  di  un  film,  superano  l'importanza  di  Audrey

                Hepburn e di Marilyn Monroe.
                    L'uomo  più  popolare  in  America,  dopo  il  presidente

                Eisenhower, è Frank Sinatra. I più autorevoli settimanali degli
                Stati Uniti gli hanno dedicato, almeno una volta, la copertina a

                colori  e  una  accuratissima  biografia.  E,  come  si  addice  ad  un
                vero idolo, almeno una volta Frank Sinatra ha reagito inviando
                lettere  dense  di  insulti  e  minacciando  di  fare  a  cazzotti.  Si

                trattava, e vero, di lettere per modo di dire: l'abilità epistolare
                dei divi è scarsa. In quella che spedì al giornalista Ed Sullivan

                che  lo  aveva  criticato  alla  TV,  diceva:  «Caro  Ed,  sei  malato.
                Sinceramente, Frank. P. S. Malato, malato, MALATO!».

                    I  cazzotti  sono  più  sicuri:  sebbene  non  li  distribuisca  Frank
                Sinatra in persona. Sinatra non è molto robusto, eppoi i contratti

                gli  vietano  di  farsi  sciupare  la  faccia.  È  Hank  Sanicola,  ex
                pugile di origine siciliana e suo manager, che si batte per lui.
                  Cinque anni fa, quando venne in Italia con sua moglie Ava

                Gardner,  io  chiesi  a  Sinatra  una  intervista  e  me  la  rifiutò  con



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