Page 135 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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Chinese  Theater.  Nessuno  spettacolo  di  isterismo  e  di
                adulazione  equivale,  al  mondo,  a  quello  che  avviene  per  una

                prima del Chinese Theater.
                  C'è sempre qualche ferito o qualche contuso per una prima del

                Chinese Theater, ma nessun attore, neppure il più intelligente,
                rifiuta  l'invito  che  equivale  a  un'apoteosi.  Le  case  produttrici
                mettono  a  disposizione  dei  divi  automobili  con  gli  autisti  in

                livrea  e  le  automobili  imboccano  l'Hollywood  Boulevard  con
                ossessionante lentezza affinché tutti possano vedere i divi che si

                affacciano  al  finestrino  o  regalano  clementi  sorrisi  o  agitano
                garbatamente  la  mano  come  Elisabetta  o  il  presidente
                Eisenhower.  Centinaia  di  poliziotti  regolano  il  traffico,

                obbligando a deviare le automobili di coloro che non vanno al
                Chinese Theater e non sono munite di un permesso speciale del

                sindaco.  Gli  autobus  cambiano  il  normale  tragitto.  E  intanto
                decine  di  riflettori  frugano  il  cielo  o  accarezzano  l'asfalto  del

                viale  o  investono  come  un'aureola  di  gloria  gli  attori.  Un
                radiocronista  scelto  fra  i  più  abili  e  i  più  petulanti  sale  su  un

                palco  sistemato  all'entrata  del  cinema  e  descrive  le  fasi
                dell'apoteosi  a  quelli  che  sono  troppo  lontani  per  vedere
                qualcosa.

                    Così  mi  recai  al  Chinese  Theater,  dopo  avere  ottenuto  un
                biglietto che, rivenduto, valeva centinaia di dollari, e assistetti al

                trionfo di Jayne.
                  Arrivarono prima gli attori meno importanti, su automobili un

                poco più piccole; poi quelli un po'"più importanti, su automobili
                un poco più grandi; infine quelli importantissimi, su automobili

                immense,  nere  come  il  carbone  o  bianche  come  la  neve.
                Vennero James Mason e la moglie Pamela, Joan Fontaine con il
                marito, Ann Miller, venne Tony Perkins, e Charlton Heston e

                Bob  Hope,  e  Dana  Wynter  insieme  col  marito  Greg  Bautzer.
                Alcuni erano vestiti come se fosse un carnevale fuori stagione.

                Mamie  Van  Doren  indossava  un  abito  chiaro  tutto  accollato
                (aveva  perfino  le  maniche  lunghe),  ma  davanti  aveva  un

                amplissimo  buco  che  faceva  vedere  la  pelle  dello  stomaco  e



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