Page 12 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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un  prezioso  volume  rilegato  in  pelle  e  oro  con  tutto
                Shakespeare, un sacchetto finemente ricamato a piccolo punto, e

                una busta con su scritto a mano: «Spiegazione per Agnese».
                    Dentro,  un  biglietto  sempre  ordinatamente  scritto  e

                perfettamente impaginato: «Lo Shakespeare perché adoro i libri
                antichi,  specialmente  illustrati,  e  godo  a  cercarli  trovarli
                regalarli a chi li merita.

                    (Pochi).  Il  sacchetto  perché  appartiene  ai  bei  tempi  in  cui
                avevo  due  occhi  e  mi  divertivo  a  inventare  oggetti,  ricamare,

                dipingere.  Di  solito  ai  sacchetti  ci  mettevo  le  iniziali  delle
                persone a cui era destinato. Ora non posso più... Così accludo la
                A. Are you capable to put it on? (Scommetto che no).

                  Bè la mando comunque. Ps: vedo che anche una rosa è rimasta
                da attaccare. Sorry».

                    Aveva  ragione;  nella  sua  sottile  e  premurosa  provocazione
                aveva ben colto che, pur essendone forse capace, la rosa e la A

                le avrei conservate; ma non applicate. Era amica delle donne,
                capiva la comune fatica, ma per pudore non lo manifestava se

                non a tratti, con piccoli messaggi molto discreti, d'altra parte per
                tutta la vita aveva lottato per affermarsi secondo un modello di
                femminismo  forse  troppo  potentemente  individuale,  ma  non

                ancora liquidabile e da mettere in soffitta, perché ricorda anche
                alle donne che «Yes, we can». dicembre 2008































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