Page 7 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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contemporaneità. Si era messa l'elmetto per andare fra i grandi
di Hollywood, ne aveva incontrati parecchi e conquistati tutti, a
cominciare da Orson Welles che la incrocia a una festa molto
esclusiva, e, incuriosito dal tocco originale di quella Mata Hari
che viene dall'Italia e «che sa nascondere la giornalista più
agguerrita sotto la più ingannevole delle maschere femminili»,
scriverà per lei la prefazione che apre il libro. Una bella
concessione da parte di uno degli uomini più difficili ed esigenti
del caravanserraglio hollywoodiano, che lei ricambiò
dedicandogli nel 1962 su «L'Europeo» un ritratto che è un
tributo ai suoi 138 chili di genialità: «Esiste un uomo più bello
di un uomo intelligente?».
Meno successo ebbe la Fallaci con un altro mostro dello star
system americano: con Marilyn Monroe le andò male,
malissimo, anzi andò buca, come si dice in gergo giornalistico,
perché non riuscì proprio a intervistarla, neppure a incontrarla,
nonostante i ripetuti tentativi, e l'Oriana con un vero colpo di
genio decise di non occultare la vergogna di quel fallimento, ma
di narrarla con tutti i particolari e le umiliazioni del caso,
compreso il dileggio dei colleghi, tanto che la cronaca di un
incontro mancato mai piacevole da ammettere per un giornalista
- in mano sua diventa resoconto epico di una sconfitta dove
l'umiliazione si mischia alla autoesaltazione. Sì, perché l'Oriana,
nei giorni in cui girava per Manhattan disperatamente per
trovare l'indirizzo della bionda primula rossa, seguendone le
tracce ovunque come un segugio, inciampa in un imprevisto
quarto d'ora di celebrità: tutte le rubriche mondane parlano di
lei, la giornalista venuta dall'Italia che fa impazzire la città sulle
tracce di Marilyn.
Potete leggere tutta la cruda fiction dello scacco di Orfana nel
Preludio di questo libro.
L'Oriana venticinquenne che ostenta degnazione per quel
mondo fintamente ricco e felice in realtà fatalmente crudele, è
capace del giusto distacco ma anche della pietas necessaria a
intuire l'umanità dolente che si muove dietro la facciata. E
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