Page 87 - Oriana Fallaci - 1968
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loro, i vietcong sono cattivi. E si arrabbiava perché io
rispondevo: a me non hanno fatto mai nulla, sono uomini come
noi, non bisogna averne paura. Poi si arrivò a Saigon. Non mi
piace Saigon, c’è la guerra.»
La vecchia annuisce in silenzio. Prepara una radice che
contiene non so quale droga, poi la fascia dentro una foglia, la
ficca in bocca e la mastica: dalle labbra le cola un liquido rosso
che sembra sangue. «Poi tre mesi fa viene un tale e dice: devi
votare. Rispondo: per chi? Lui dice: Van Thieu. Io chi sia
questo Van Thieu non lo so, però sembra che sia obbligatorio
votarlo e così l’ho votato. Mia moglie voleva votare Ho Chi
Minh. Al villaggio lo chiamavano zio Ho Chi Minh e dicevano
che è un uomo buono. Però non gliel’hanno fatto votare.
Perché? Non capisco. Capisco solo che la vita è stata cattiva con
me, che il Vietnam è diviso e io sono di qua, i miei figli sono di
là. E mia figlia è morta e quando sarò morto anch’io, morta mia
moglie, Rosa di Maggio cosa farà? L’altro giorno è venuta una
donna, dipinta. Ha guardato Rosa di Maggio e ha detto che non
dimostra tredici anni ma sette, va ingrassata e lavata, ma se
gliela do mi regala seimila piastre. Gliela devo dare?» «No,
Nguyen Van Hop, non gliela devi dare.» «È quello che penso
anch’io. Hai sentito, moglie? Come dicevo io.» Rosa di Maggio
si arrampica sulla sampan e ride. La vecchia mastica la sua
radice e il liquido rosso le cola giù per il mento, imbrattandolo
come un’emottisi.
IL PATRIOTA. Mi ha dato appuntamento alle sette del mattino,
dinanzi a casa sua. Non posso dire chi è, quale mestiere fa, dove
sta: è un uomo senza volto, senza età, senza indirizzo, ogni
indicazione servirebbe alla polizia per rintracciarlo e arrestarlo.
È già stato arrestato, questo posso dirlo perché le circostanze in
cui lo presero sono identiche a quelle di altre migliaia di uomini
come lui. Un compagno aveva gettato una bomba in un bar.
Circondarono il quartiere e arrestarono un parente, che non
c’entrava per nulla. Poi si misero a interrogare i vicini, la