Page 82 - Oriana Fallaci - 1968
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direbbe che lei è un tipo così crudele?» «Crudele io? Ma che
                dice? Niente di più falso. Le sembra che un uomo il quale ama

                le rose possa essere crudele? Se dicesse questo ai miei agenti
                l’arresterebbero  credendola  pazza.  Mi  ripetono  sempre:  lei  è

                troppo  buono  per  il  mestiere  che  fa,  dovrebbe  essere  più
                spietato, più duro. Ma io rispondo: usate il metodo forte solo se
                sono  testardi.  Ricordatevi  dell’educazione.  Anzitutto,  buona

                educazione. In questo mestiere serve la logica, non la crudeltà.»
                «Generale, anche la tortura è logica?» «Oh, diciamo che a volte

                bisogna esser severi. Ma la tortura esiste quando il prigioniero
                resta  sfigurato:  i  nostri  prigionieri  non  restano  mai  sfigurati.

                Qualche pugno in più, qualche schiaffo in più, non è poi una
                tortura.  Oh!  Cosette,  cosette.»  «Generale,  e  le  scariche

                elettriche? E gli asciugamani bagnati? Cosette?» «Oh! Diciamo
                che  c’è  qualcosa  di  necessariamente  malvagio  nell’uomo.
                Perché  si  picchiano  i  bambini  cattivi?  Se  ci  pensa  bene,  è

                malvagio picchiare i bambini, anche quando sono cattivi. Però è
                necessario. Per insegnargli a non esser cattivi. Questi vietcong

                sono un poco bambini cattivi e noi… C’est la vie, è la vita.»
                    Il generale ride una risatina indulgente. Alla sua intelligenza,

                alla  sua  sofisticazione  i  miei  cavilli  morali  devono  apparire
                assai ingenui. Non crederò mica che lui si diverta a far questo

                mestiere,  che  lui  ci  guadagni?  Non  ha  certo  bisogno  del
                miserabile  stipendio  con  cui  il  governo  crede  di  rimborsarlo
                ogni  mese:  venticinquemila  piastre,  ma  pensi,  centosettanta

                dollari scarsi. In lire italiane, nemmeno centomila. Se il governo
                non gli passasse una jeep, quella cifra non basterebbe a pagare

                l’autista. Voglio sapere perché fa il poliziotto? Per disciplina di
                militare.
                    Tre  anni  fa,  mentre  scendeva  dal  suo  caccia  dopo  una

                missione  di  bombardamento  sul  Vietnam  del  Nord,  ebbe
                l’ordine di presentarsi al comando della Sicurezza militare e qui

                Ky gli disse che doveva, assolutamente doveva, mettersi a capo
                della  polizia  nazionale.  Lui  e  Ky  sono  vecchi  amici.  Ma  che

                sacrificio,  oh,  che  sacrificio!  Con  questi  americani  che  danno
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