Page 81 - Oriana Fallaci - 1968
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ridicolizzandoli con gli estintori. L’uomo che ha fatto arrestare i
                due  inviati  dell’FLN  sulla  porta  dell’ambasciata  d’America.

                L’uomo più temuto, più maledetto, più odiato di tutta Saigon e
                forse di tutto il Vietnam. Aveva dato le dimissioni in dicembre,

                Ky  gliele  ha  respinte  dicendo:  «C’è  troppo  bisogno  di  te,
                generale  Loan».  Ecco  Loan,  nel  suo  ufficio.  Non  è  facile
                intervistare  Loan.  Giornalisti  giunti  da  New  York  solo  per

                questo  sono  ripartiti  con  una  battuta:  «Il  silenzio  è  d’oro,
                signore». Io ci ho messo un mese per vederlo e ho aspettato tre

                ore prima d’esser condotta da lui. Eccolo che si alza coi suoi
                gesti molli, da gatto impigrito, ecco che ti porge le dita che ora

                scivolano sopra le tue come nastri di seta, ecco che ti chiede se
                vuoi una birra o un whisky: ma quando hai risposto «una birra,

                grazie»  dimentica  quello  che  hai  detto  e  chiede  un  whisky
                soltanto  per  sé,  lasciandoti  con  la  tua  arsura.  «Generale,  non
                teme  d’essere  ucciso?»  «Oh,  chi  non  teme  d’essere  ucciso  a

                Saigon? E poi col mio mestiere, s’immagini. La sensazione è la
                stessa del giorno in cui mi trovai nella zona demilitarizzata: tra

                il fuoco degli americani e quello dei nordvietnamiti. Cammino
                su  una  corda  tesa,  gioco  con  la  mia  vita.  Se  è  scritto  che  mi

                ammazzino,  mi  ammazzeranno.»  «Per  questo  dette  le
                dimissioni? O perché l’arresto dei due vietcong aveva offeso gli

                americani?»  «Oh,  le  detti  solo  per  tornare  in  una  unità
                combattente: è l’unico modo per guarire la mia ulcera. Quanto
                agli  americani,  non  crederà  mica  che  questo  incidente  sia  il

                primo? Gli americani non fanno che cercare contatti con quelli
                dell’FLN  e  io  non  faccio  che  sventarli  arrestando  quelli

                dell’FLN.  Oh,  non  sono  molto  aiutato  dagli  americani:  agli
                americani  io  non  piaccio.  Mi  considerano,  ecco,  vediamo:  un
                male necessario. Come io considero loro, del resto.»

                    Il generale è un vero gentiluomo. I suoi strali pungono come
                le  spine  di  un  fiore:  provocando  piccole  gocce  di  sangue  da

                succhiare con garbo. La sua voce giunge come il fruscio delle
                foglie  di  un  salice  turbato  dal  vento,  e  il  rumore  dell’aria

                condizionata  la  rende  spesso  inintellegibile.  «Generale,  chi  lo
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