Page 52 - Oriana Fallaci - 1968
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comunisti.»
                    «In Vietnam c’è molta gente che non ama né i colonialisti né

                i comunisti. I buddisti non sono né con gli uni né con gli altri,
                né con gli americani né con i vietcong.»

                    Sulla terrazza della pagoda Tu Nghien c’è una macchia nera
                di bruciato e ha la forma di un corpo umano che siede con le
                gambe in croce. È rivolta verso l’altare dove troneggia il gran

                Budda  e  hanno  invano  tentato  di  lavarla,  raschiarla:  anche  la
                pietra è stata arsa dal fuoco. Passandovi innanzi, le bonzesse vi

                sostano con le mani giunte: è qui che si immolò l’anno scorso
                Huynh  Thi  Mai,  giovane  maestra  di  Saigon.  Una  domenica

                d’estate, alle cinque del mattino. Arrivò alla pagoda con la sua
                latta di benzina, la sua scatola di fiammiferi, un cesto di frutta, e

                nessuno si accorse di lei. La vecchia bonzessa che di notte resta
                nel  tempio  a  dir  le  preghiere  s’era  addormentata,  con  la  testa
                sulla campana. Le altre erano nelle celle. Del resto nessuno si

                sarebbe sorpreso a vedere Huynh Thi Mai. Andava spessissimo
                lì,  anche  alle  prime  luci  dell’alba.  La  conoscevano  tutti.

                Silenziosamente Huynh Thi Mai depose il cesto di frutta ai piedi
                del Budda, mango banane ananas, vi appoggiò sopra una lettera.

                In punta di piedi passò accanto alla bonzessa addormentata, aprì
                la porta a vetri che immette nella terrazza, si bagnò di benzina e

                si dette fuoco. Le fiamme divamparono subito, con un bagliore
                che  svegliò  la  bonzessa  di  soprassalto.  Nell’urto  la  campana
                suonò, si udì un grido, e in pochi secondi le monache furono lì

                con  la  Venerabile  Madre  che  senza  scomporsi  ordinava:
                «Asciugamani  bagnati».  Il  rogo  si  alzava  alto  e  trasparente,

                attraverso di esso potevi vedere con chiarezza Huynh Thi Mai
                che soffriva con gli occhi sbarrati, la bocca torta in una smorfia
                angosciosa, quasi non potesse resistere. Ma resisteva e fissando

                la Venerabile Madre alzò una mano, a fermarla. Poi unì la mano
                con l’altra mano, in preghiera, e non si mosse più finché cadde

                in avanti: la testa dalla parte del Budda. «Asciugamani bagnati»
                ripeté la Venerabile Madre. Gli asciugamani caddero sul corpo

                friggendo, ormai inutili: Huynh Thi Mai aveva perso le dita e
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