Page 396 - Oriana Fallaci - 1968
P. 396

26


                              Ecco il servizio che avevo perduto






                In seguito alla sparatoria in piazza delle Tre Culture, Oriana

                aveva perso il nastro con le interviste agli studenti messicani.
                Era  convinta  di  dovervi  rinunciare,  ma  una  volta  uscita

                dall’ospedale  è  riuscita  a  recuperarlo:  un’altra  testimonianza
                eccezionale che spiega esattamente ciò che è accaduto dopo.


                                                                     Città del Messico, ottobre




                Il  luogo  è  un’aula  del  Politecnico.  La  scena  è  un’intervista
                collettiva, intorno al magnetofono stanno circa trenta ragazzi, e

                ciascuno  vuole  dire  la  sua:  per  gli  studenti  messicani  nessun
                incontro  è  prezioso  come  quello  con  il  giornalista  straniero.

                All’inizio,  naturalmente,  la  diffidenza  li  frena.  Il  giornalista
                potrebbe essere anche un nemico, una spia, e con occhi duri gli

                chiedono i documenti,  gli fanno  l’esame. Subito  dopo però  la
                diffidenza svanisce, subentra al suo posto un bisogno disperato

                di  esprimersi,  narrare  chi  sono  e  che  vogliono:  te  li  trovi
                accanto, così. Li ho riuniti così, e nell’aula ora regna una gran
                confusione. È necessario calmarli, ordinarli, sceglierne due o tre

                che parlino per tutti. I tre vengono eletti alla svelta. Si chiamano
                Ernesto,  Graziano,  Socrates:  ammesso  che  questi  siano  i  loro

                nomi veri. Infatti la polizia li sorveglia e un’intervista potrebbe
                diventare un capo d’accusa.
                    Uno  studente  chiude  la  porta  dell’aula  e  resta  lì  a  fare  la

                guardia, per evitare sorprese o disturbi. Un altro chiede silenzio.
                Ernesto,  Graziano,  Socrates  siedono  al  tavolo  con  le  braccia

                incrociate e i giovani volti severi, colmi di malinconia. La loro
   391   392   393   394   395   396   397   398   399   400   401