Page 400 - Oriana Fallaci - 1968
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Sicché è molto difficile rispondere alla tua domanda. Perché
essere atei non ci rende nemici dei cattolici, non ci priva della
religiosità. La gioventù messicana sta cercando un uomo nuovo,
spogliato dei vecchi feticci religiosi, e anche un diverso incontro
dell’uomo con Dio. E quando diciamo di non credere in Dio,
alludiamo al Dio che ci hanno insegnato finora.
In che modo il vostro movimento è stato influenzato dalla
rivoluzione studentesca che la scorsa primavera esplose a
Parigi e si estese ad altre città d’Europa?
ERNESTO: La rivoluzione di maggio ci è servita solo come
suggerimento di alcuni aspetti organizzativi. Niente di più.
Voglio dire che non ci siamo ribellati perché gli studenti
francesi avevano occupato la Sorbona, quelli italiani avevano
occupato le loro università. E la spiegazione di questo è
evidente. Gli studenti francesi o italiani o tedeschi o americani
si battono per questioni ideologiche: parlano di alienazione,
automatismo, tecnologia eccetera. Cioè cose a noi estranee,
lussi che non sappiamo neanche immaginare: magari i nostri
problemi fossero così raffinati. I nostri problemi, purtroppo,
sono assai elementari. Non ci battiamo per questioni
ideologiche ma per bisogni immediati. Certo che abbiamo in
comune con loro la ribellione al vecchio modo di pensare e di
vivere: ma a muoverci è qualcosa di più. O di meno.
SOCRATES: V’è poco in comune fra noi e gli studenti
nordamericani o europei. Loro sono ricchi. A volte, con le
camicie di trina e l’automobile da corsa. Rispettabilissimi, certo,
in quello che dicono. Meno convincenti per il modo in cui
vivono. Voglio dire: anche noi siamo borghesi ma, in paragone
a loro, siamo pezzenti. Voglio dire: loro si battono contro
l’establishment di cui fanno parte, noi ci battiamo per il pane.
Loro nessuno li ammazza, noi ci ammazzano. Voglio dire: loro
si ribellano a una società industrializzata dove le teorie di