Page 393 - Oriana Fallaci - 1968
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no?


                Io non li ho visti sparare, te lo giuro. Però esiste una versione

                secondo  la  quale  alcuni  di  loro  spararono  colpi  di  rivoltella
                contro  l’elicottero,  dal  tetto  dell’edificio  Chihuahua.  La

                versione  dice  che  quei  colpi  di  rivoltella  partirono  dopo  che
                l’elicottero  aveva  incominciato  a  sparare  le  raffiche  di
                mitragliatrice  contro  di  voi  del  terzo  piano  e  contro  gli  altri

                piani. Se è una versione giusta, non lo so. Dio, mi sembra così
                idiota sparare a un elicottero con le rivoltelle: però, chissà, in

                certe circostanze, si fanno anche cose idiote. Una cosa ti posso
                giurare:  che  nessuno  degli  studenti  sparò  col  mitra.  Nessuno

                aveva il mitra.


                E tu come facesti a salvarti?



                Così:  mi  nascosi  sotto  il  letto  della  camera,  in
                quell’appartamento,  e  lì  rimasi  fino  alle  nove  del  mattino

                seguente. Tutta la notte sotto quel letto, immerso nell’acqua. Le
                raffiche dell’elicottero avevano spaccato le tubature dell’acqua

                e così il primo a inondarsi, sembra, era stato il sesto piano. La
                camera era tutta allagata. Fra la mia bocca e il letto avevo pochi
                centimetri per respirare. Verso le nove del mattino uscii fuori,

                tutto fradicio, e sai dove andai? Immediatamente al tuo albergo.
                Non mi importava più se mi prendevano, mi sentivo colpevole

                nei tuoi riguardi. Nell’edificio Chihuahua correva voce che la
                giornalista italiana era morta sotto una raffica di mitra e io mi

                torturavo,  mi  dicevo  ecco,  è  venuta  per  fare  il  suo  lavoro,  va
                bene, ma è anche venuta perché gliel’ho consigliato io, e ora è

                morta  per  colpa  mia.  Quando  all’albergo  mi  dissero  che  eri
                soltanto ferita mi venne come da piangere. E così me ne andai a
                casa di alcuni amici. Non vivo più al solito indirizzo.



                Sei molto scoraggiato, vero? Sei molto depresso.



                Come vuoi che non lo sia. Il mio migliore amico, Gilberto, è in
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